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La Chiesa fiorentina e il soccorso agli ebrei. Luoghi, istituzioni, percorsi (1943-1944)

Francesca Cavarocchi, Elena Mazzini (a cura di)
Roma, Viella, 363 pp., € 32,00

Anno di pubblicazione: 2018

Il volume raccoglie una serie di studi sul soccorso agli ebrei prestato dagli istituti ecclesiastici di Firenze durante l’occupazione tedesca e la loro collaborazione con le organizzazioni di assistenza ebraiche. L’intento, come è chiarito nell’Introduzione e come è desumibile dal rigore con cui sono state condotte le ricerche dagli studiosi coinvolti, non è apologetico, ma è quello di contribuire a fare luce su anni tragici e controversi, in cui nonostante la persistenza del tradizionale antigiudaismo e di tracce di antisemitismo nella stampa cattolica, un consistente apporto al salvataggio degli ebrei venne dalla Chiesa cattolica. La figura dell’arcivescovo di Firenze, tratteggiata da Bocchini, conferma questa sorta di dualità: Dalla Costa non si discostò dalla teologia cattolica sull’ebraismo ma a partire dalla fine del 1943 non lesinò alcuno sforzo per soccorrere gli ebrei.
Il saggio di Moro, che aiuta a contestualizzare la questione allargando ai decenni precedenti lo scoppio della guerra, mostra come una certa divisione fosse presente nel cattolicesimo italiano tra filogiudaismo e antisemitismo, ma sottolinea anche la debolezza della reazione dei cattolici, il cui dissenso verso le politiche razziali degli anni ’30, quando si manifestò, non fu incisivo.
L’analisi del caso fiorentino fa emergere l’impegno di Dalla Costa nel mobilitare il clero, i religiosi e le religiose della sua diocesi per aiutare gli ebrei a nascondersi o a scappare dalla persecuzione nazi-fascista. Le strutture ecclesiastiche, in contatto con la Comunità ebraica di Firenze e la Delasem, fornivano soccorso nascondendo gli ebrei, e distribuendo i fondi che provenivano dall’American Jewish Joint Distribution Committee. Le fonti conservate nell’Archivio Dalla Costa per la ricostruzione storica di questi aiuti vengono illustrate da Aranci e analizzate da Cavarocchi, che nel suo saggio spiega come erano organizzati tali soccorsi e come venivano fatti arrivare i finanziamenti. Qui il caso di Firenze viene messo in relazione con quello di Genova, dove l’arcivescovo Boetto e il suo segretario Repetto si assunsero il compito di proseguire l’attività di assistenza della Delasem dopo che il suo presidente fu costretto a scappare in Svizzera.
L’affondo sull’area fiorentina è messo a confronto con altri casi di soccorso nel contributo di Picciotto che espone una parte dei risultati della sua importante ricerca sulla sorte degli ebrei salvati. Picciotto sottolinea il fondamentale apporto della solidarietà spontanea individuale della società civile italiana dopo l’armistizio, spiegabile, secondo la studiosa, per l’intervento di un cambiamento culturale prodotto dall’occupazione e dalla conseguente delusione per il fascismo.
I saggi di Zatelli e Baiardi offrono uno spaccato inedito sulla Firenze ebraica mentre Mazzini segue l’attività della Delasem fiorentina dopo la guerra. Chiude una riflessione di carattere storiografico di Foa.
Il volume è corredato da una Appendice documentaria e da una sezione bibliografica.

Raffaella Perin