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La guerra non era finita. I partigiani della volante rossa

Francesco Trento
Roma-Bari, Laterza, 200 pp., € 18,00

Anno di pubblicazione: 2014

Il volume, frutto della rielaborazione di una tesi di dottorato, ripercorre le vicende
della Volante Rossa, una formazione paramilitare costituita da ex partigiani e attiva a Milano
negli anni dell’immediato dopoguerra. Gli uomini di questo gruppo si «distinsero»
tanto nell’opera repressiva contro gli ex fascisti impuniti, quanto nella lotta al nascente
neofascismo cittadino. Il lavoro, visto il tema indagato, s’inserisce pienamente nel più
recente dibattito sulle violenze sociali e politiche che si produssero nell’Italia che usciva
dal secondo conflitto mondiale.
La narrazione dell’a. è incalzante e ripercorre cronologicamente le vicende del gruppo
guidato dal giovane Giulio Paggio tra l’estate del 1945 e i primi mesi del 1949. Se
in una prima fase la Volante Rossa si andò organizzando in maniera spontanea, con il
passare dei mesi il Pci milanese se ne servì sempre più spesso come vero e proprio servizio
d’ordine; così fu nel caso, ad esempio, del VI congresso del partito che si tenne in città
nel gennaio del 1948. In tal senso, ci pare molto interessante quanto l’a. ricostruisce tra il
terzo e il quarto capitolo, ovvero la progressiva comparsa degli uomini della Volante Rossa
nelle piazze milanesi, a difesa dei cortei antifascisti e operai. Nata come gruppo che lottava
contro il ricostituendo neofascismo cittadino, con l’affermarsi delle dinamiche della guerra
fredda la Volante Rossa si trovò costretta a scendere nelle piazze, assumendo un ruolo
quasi pubblico. Il gruppo entrò definitivamente in crisi all’indomani dell’attentato a Togliatti
del luglio 1948: con la venuta meno di ogni prospettiva rivoluzionaria, gli uomini
di Paggio si trovarono sempre più isolati. Nei primi mesi dell’anno successivo la Volante
Rossa fu definitivamente smantellata dalle forze di polizia e molti dei suoi elementi, tra
cui lo stesso Paggio, dovettero riparare nell’Europa dall’Est. In quest’ultimo passaggio fu
decisivo l’aiuto offerto dal Pci.
Il testo, che a tratti assume dei caratteri quasi cinematografici, manca di profondità:
pur essendo le vicissitudini della Volante Rossa narrate con accuratezza dall’a., si sente
l’assenza di una riflessione più ampia che abbracci tanto le premesse quanto le conseguenze
di ciò che successe a Milano tra il 1945 e il 1949. Quelli del plus di violenze
sperimentate durante la guerra civile, dell’atteggiamento degli organi dirigenti comunisti
o delle traiettorie biografiche successive alla fuga nell’Europa dell’Est, sono solo alcuni dei
temi centrali, spesso ineludibili, che sarebbero serviti a inquadrare più coerentemente le
vicende della Volante Rossa sul lungo periodo. Il passaggio dalle oltre 600 pagine della
tesi di dottorato alle appena 200 della versione pubblicata può aver influito in maniera
decisiva. Riflettere sull’Italia dell’immediato dopoguerra, sulle violenze che si produssero
all’indomani del 25 aprile 1945, è indubbiamente utile e necessario. Il volume di Trento
ci prova, in alcuni parti sembra riuscirci, ma alla fine paga quelle che forse sono state delle
scelte editoriali sbagliate.

 Enrico Acciai