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La Ricostruzione del Regio esercito dalla resa alla liberazione. 1943-1945

Marco Maria Aterrano (a cura di)
Roma, Rodorigo, 367 pp., € 24,00

Anno di pubblicazione: 2018

Questo collettaneo è una raccolta di saggi dedicati alle vicende del Regio esercito nel complicato biennio 1943-1945, che dà il via a una nuova collana di studi storici e geopolitici promossa dall’editore Rodorigo e diretta da Andrea Ungari.
Il volume offre una variegata panoramica di contributi sull’argomento, che affrontano vari aspetti e contesti in cui si trovò a operare la principale forza armata italiana nei mesi tra l’armistizio e la fine delle ostilità nella penisola.
Si comincia con alcuni contributi di Conti e Ungari che affrontano complessiva- mente la ricostruzione dell’istituzione e del comando supremo.
Il curatore Aterrano nel suo saggio si dedica ai rapporti tra le istituzioni militari del Regno del Sud e le autorità anglo-americane. C’è anche spazio per saggi che si occupano di reparti specializzati, come l’intelligence, affrontata da Della Volpe, lo squadrone di ricognizione Folgore, le cui vicende sono ricostruite da Dechigi, e il ruolo delle truppe ausiliarie, approfondito da Cecini. Un altro aspetto fondamentale è quello relativo al morale dei soldati inquadrati nei reparti del Regio esercito in questo delicatissimo frangente, esaminato da Cappellano. A dare maggiore profondità all’opera ci pensano gli ultimi due saggi, che affrontano le vicende degli uomini nei territori jugoslavi e della Francia metropolitana, firmati da Giusti e Tirone.
Coerentemente al titolo, l’esercito è il protagonista di queste pagine e lo si rileva anche dall’uso della storiografia e delle fonti. L’utilizzo preponderante di fonti di prove- nienza militare non è detto che rappresenti un limite anzi, come dimostra il contributo di Cappellano e Gionfrida, la conoscenza approfondita della documentazione può essere molto convincente e offrire contributi densi e pieni di preziosi dettagli, che permettono al lettore di comprendere bene la complessa situazione del morale e della disciplina degli uomini in divisa dopo l’8 settembre.
Spunti molto interessanti sono rintracciabili anche nel saggio di Aterrano che, allargando prospettiva storiografica e spettro documentario, ci fa entrare nelle delicate e non semplici relazioni tra le forze armate dell’Italia cobelligerante, alla ricerca di sempre maggiori spazi e autonomia, e quelle anglo-americane, altalenanti tra atteggiamenti punitivi e aperture. Merita una menzione anche il contributo di Giusti, che riesce a fornire una precisa e chiara ricostruzione del destino delle truppe del Regio esercito in un’area complicata e quasi sempre ostile all’elemento militare italiano, dopo l’invasione del 1941 e la successiva occupazione italo-tedesca dei Balcani.
Nel complesso il volume indica alcune delle possibili strade per studiare l’esercito italiano in questa delicata congiuntura, ricordandoci quanto possa essere interessante studiare le istituzioni militari italiane nel periodo della cobelligeranza e quanto il peso di questa istituzione sia utile a comprendere una delle fasi più difficili e dolorose del ’900 italiano.

Mario De Prospo