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La rivoluzione in cammino. La Cina della Lunga Marcia

Guido Samarani
Roma, Salerno, 140 pp., € 12,00

Anno di pubblicazione: 2018

Con questo lavoro, l’a. ripercorre in modo sintetico ma efficace le fasi principali di un’epoca cruciale della storia cinese del ’900, focalizzando la sua attenzione su quello che può essere considerato il «mito fondatore» della Repubblica popolare cinese. Oltre a rappresentare un momento chiave nel processo di costruzione dell’egemonia maoista, la Lunga Marcia sancisce, infatti, l’avvio di quel lungo percorso rivoluzionario che avrebbe portato alla nascita della Cina popolare e posto la parola fine al famigerato «secolo di vergogna e umiliazione». Non è un caso che abbia costituito la principale fonte di legitti- mazione del potere per almeno due generazioni di governanti.
A dispetto della sua rilevanza, il tema è stato poco trattato dalla storiografia italiana.
I pochi titoli presenti, a partire dal magistrale Stella rossa sulla Cina (E. Snow, Einaudi, 1965), sono traduzioni di volumi in lingua straniera. In questo senso, l’a. contribuisce a colmare un vuoto rilevante. Il volume, di facile lettura, è diviso in due parti. La prima riporta gli eventi chiave del processo di trasformazione sociale e nazionale in Cina, dalla fine della prima guerra mondiale, con un focus sul ruolo svolto dal Partito comunista nel tentativo di imporsi sulla scena nazionale, dominata dalle forze nazionaliste, oltre che dall’incalzante minaccia giapponese, e di affrancarsi dalle pressioni di Mosca e del Komintern. La seconda copre gli anni della guerra civile e dello sviluppo della Rivoluzio- ne comunista nell’ambito del Decennio di Nanchino (1928-1937), nel quale si svolse la Lunga Marcia. Di questa viene fornita un’analisi storica alla luce dei più recenti contri- buti storiografici (pubblicazioni e documenti occidentali e cinesi) che hanno contribuito a fare luce su tempi e apporti delle varie componenti politico-militari, al di là del ruolo fondamentale giocato dall’Armata centrale di Mao, sulla quale la storiografia ufficiale ha a lungo focalizzato l’attenzione. L’elemento più originale dell’opera risiede nella prospettiva fornita dall’a. che si focalizza non tanto sulla dimensione politico-militare dell’impresa, ma su quella «umana». Vengono dunque riportate le storie e i contributi dei suoi parte- cipanti, con un’attenzione particolare, più che sugli «eroi», sugli «anonimi» – «uomini e donne, giovani e anziani, singoli individui e gruppi organizzati» (p. 11) – a lungo rimasti nell’ombra. Viene così fornita una visione più realistica di un’impresa che, per quanto epica e leggendaria, ha richiesto pesanti sacrifici personali e sofferenze inenarrabili, in primis alla componente femminile.
Nonostante la brevità, il volume si rivela utile per comprendere l’evoluzione della storia della Rpc, le scelte del Partito, e il tentativo dell’attuale dirigenza di riconsiderare il
ruolo del marxismo e dei valori socialisti. Non a caso, l’evento è tornato alla ribalta negli
ultimi anni in occasione di una serie di anniversari legati ad alcune sue tappe storico- cronologiche chiave (p. 9), sapientemente sfruttati dall’attuale leadership nell’ambito del progetto volto a promuovere il «rinnovamento» della nazione e a realizzare il «sogno ci- nese».

Barbara Onnis