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La rivoluzione verticale. Una storia culturale del volo nel primo Nove- cento

Fortunato Minniti
Roma, Donzelli, 279 pp., € 32,00

Anno di pubblicazione: 2018

«L’aviazione ha creato un mondo nuovo» (p. 242): è questo l’assunto di Emmanuel Chadeau scelto da Fortunato Minniti come epilogo al suo studio. La conquista del cielo, resa possibile da macchine inizialmente «più leggere dell’aria» (mongolfiere e dirigibili), poi «più pesanti dell’aria» (aeroplani a motore) ha rappresentato un processo rivoluziona- rio in grado di mutare la percezione dello spazio e del tempo, destinati a «comprimersi» grazie al costante sviluppo prestazionale dei velivoli. Tale rivoluzione, la modernità pro- fonda del volo, non ha riguardato solo lo sviluppo della tecnica e della tecnologia, ma di- mensioni culturali, sociali, militari, perfino politiche e antropologiche che rappresentano le aree d’indagine in cui si sviluppa il lavoro di Minniti.
La possibilità di volare ha consentito di accedere allo spazio geografico «verticale» e definire una nuova e caleidoscopica figura sociale: l’aviatore, che da simbolo di spericola- tezza, incline al dandismo, si trasforma nel primo ventennio del ’900 in emblema di af- fidabilità e professionalità, senza perdere attrattività e fascino. Snodo di tale metamorfosi è la prima guerra mondiale, durante la quale un’attività eminentemente sportiva come il volo assunse le caratteristiche di una disciplinata attività militare, basata sulla selezione scientifica e l’addestramento degli equipaggi.
Non vi è dubbio che la «rivoluzione militare», come efficacemente mostra Minniti, sia stata al centro del processo di sviluppo dell’aviazione e della mitizzazione degli aviato- ri, ammantati nella percezione collettiva di non comuni caratteristiche fisiche, di abilità tecniche e doti morali. La rivoluzione avvenuta durante la guerra attivò anche inattesi e spesso temporanei processi di democratizzazione: il cielo, destinato inizialmente a pochi eletti, si aprì durante il conflitto alle persone comuni, a contadini e operai che spiccarono letteralmente il volo, per ritornare in massa – dopo l’armistizio – alle loro occupazioni prebelliche.
Sulla rotta che porta dal pionierismo ai cieli della Grande guerra, Minniti utilizza gli strumenti interpretativi della storia culturale aeronautica introdotti da Robert Wohl a metà degli anni ’90 del ’900: il lettore è condotto lungo un percorso di ricerca tan- to affascinate quanto complesso, fruibile anche dai non specialisti. Rispetto alle fonti primarie, l’a. sceglie di privilegiare l’ampia letteratura disponibile, stabilendo articolati nessi tra narrativa, storia dell’arte e saggistica al fine di tratteggiare l’«immaginario» e il contesto sociale all’interno del quale si svilupparono le teorie d’impiego, le normative e le tecnologie aeronautiche. Nell’ambito della storia aeronautica si tratta di un approccio che in Italia ha cominciato ad affermarsi da un decennio, affiancandosi alla più classica storiografia militare: una nuova sensibilità di ricerca che può anche contare sul notevole patrimonio documentale riordinato, digitalizzato e messo a disposizione dall’Ufficio sto- rico dell’Aeronautica militare.

Fabio Caffarena