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L’emigrazione italiana nel Rio Grande do Sul brasiliano (1875-1914). Fonti diplomatiche

Gianpaolo Romanato, Vania Beatriz Merlotti Herédia (a cura di)
Ravenna, Consiglio Regionale del Veneto/Longo Editore, 821 pp., € 24,00

Anno di pubblicazione: 2018

Il volume è il risultato più recente di una lunga collaborazione didattica e scientifica tra l’Università di Caxias do Sul (Brasile) e l’Università degli Studi di Padova, finalizzata allo studio delle migrazioni italiane e in modo particolare venete nello stato brasiliano del Rio Grande do Sul. Per diffondere l’ampia produzione scaturita da tali ricerche la Regione del Veneto ha avviato la collana «Civiltà veneta nel mondo», della quale questo libro è il settimo corposo volume. In esso, la riproduzione digitalizzata curata da Maria Vincenza Mastronardi rende fruibile al lettore una importante raccolta documentale costruita mediante la selezione tematica e cronologica delle relazioni apparse dal 1876 al 1913 su «Bollettino Consolare», «Bollettino del Ministero degli Affari Esteri», «Bollettino dell’Emigrazione» e nel volume pubblicato nel 1908 di «Emigrazione e Colonie». Si tratta di venticinque documenti, redatti per lo più da autorità consolari italiane (segnalo che il profilo e le carriere dei consoli italiani nel Rio Grande do Sul sono analizzati da Luiza Horn Iotti in O olhar do poder, edito nel 1996 dall’Università di Caxias do Sul), e di due relazioni generali sull’emigrazione italiana (1878 e 1904).
La raccolta è preceduta da due saggi introduttivi. Nel primo Gianpaolo Romanato traccia il profilo economico, culturale e identitario dell’emigrazione italiana, che, ricordiamo, formò qui un flusso minoritario rispetto a quello verso lo stato di São Paulo, e che – almeno all’inizio delle migrazioni di massa – si concentrò nelle zone più impervie e marginali delle terre demaniali che i governi locali avevano reso disponibili agli immigrati. Il secondo saggio, di Vania Merlotti Herédia, è concentrato sulla connessione tra la politica di popolamento e l’immigrazione, sulle caratteristiche delle fonti qui presentate e sul progressivo interesse italiano nei confronti dei connazionali stabiliti nell’area.
La selezione documentale proposta è interessante, perché i curatori non si sono limitati alla presentazione integrale di quelle relazioni che per l’ampiezza e l’importanza dei loro autori sono citate più frequentemente dalla storiografia, ma hanno valorizzato anche brevi note o aggiornamenti, preziosi per la ricerca storica; inoltre, la successione cronologica della raccolta documentale evidenzia il progressivo approfondimento critico dello sguardo del corpo diplomatico italiano.
Il libro si inserisce nel dibattito storiografico sul tema e nello stesso tempo, con il suo ricco apparato documentale, contribuisce alla circolazione di queste fonti secondarie anche tra gli studiosi che hanno difficoltà di accesso alle biblioteche italiane. Più in generale, esso contribuisce alla costruzione di un patrimonio culturale comune, tra Brasile e Italia.

Chiara Vangelista