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L’impero ombra di Hitler. La guerra civile spagnola e l’egemonia economica nazista

Pierpaolo Barbieri
Milano, Mondadori, pp. 398, € 32,00 (ed. or. Cambridge, MA, Harvard University Press, 2015, trad. it. di Luca Vanni)

Anno di pubblicazione: 2015

L’intervento nazista nel conflitto spagnolo del 1936-1939 ebbe motivazioni prevalentemente
economiche e s’inserì nella progettualità imperialista di Hjalmar Schacht
(1877-1970) tesa a collocare la Germania al centro di un «impero informale», più economico
che politico-territoriale, ispirato a quello britannico di fine ’800. Questa la tesi
interpretativa dell’analista economico-finanziario argentino Pierpaolo Barbieri, che di
Schacht ricostruisce la formazione e i debiti contratti con le teorie mercantiliste e poi con
List, l’ascesa nella Repubblica di Weimar alla presidenza della Reichsbank che occupò dal
1924 al 1930, l’avvicinamento al Partito nazista, di cui fu finanziatore ma non iscritto,
prima di essere chiamato da Hitler nuovamente alla presidenza della Reichsbank nel 1933
e nominato l’anno successivo ministro dell’Economia, carica che tenne fino al 1937. Anni
nei quali dopo il Führer fu probabilmente la figura più influente del Terzo Reich, poiché
accentrando nelle proprie mani tutte le decisioni in ambito economico varò il programma
di riarmo, ridusse la disoccupazione con un vasto programma di lavori pubblici, annullò
il debito estero, orientò il commercio tedesco di manufatti verso i paesi più deboli (dei
Balcani e dell’America Latina) in cambio di materie prime, sulla base di accordi commerciali
imperniati sul baratto.
Fu ciò che avvenne anche con la Spagna franchista durante la guerra civile. La Germania
riuscì a diventare il principale importatore di prodotti minerari spagnoli indispensabili
per l’industria bellica (pirite, rame, piombo, tungsteno, stagno, zinco, cobalto, nichel)
oltre che di derrate alimentari e allo stesso tempo il massimo fornitore alla Spagna di
prodotti industriali tedeschi (armi), attraverso due società costituite ad hoc che ebbero il
monopolio dell’export-import: la Compañía Hispano-Marroquí de Transportes (Hisma)
e la complementare Rohstoff-und Waren-Einkaufsgesellschaft (Rowak).
Quando, a partire dal 1937, sulla Weltpolitik sostenuta da Schacht, peraltro critico
del proseguimento della politica di riarmo, prevalse la linea di conquista dello «spazio vitale
» (Lebensraum) voluta da Hitler e Göring, il banchiere fu sostanzialmente emarginato
(anche se restò ministro senza portafoglio e continuò a percepire lo stipendio di presidente
della Reichsbank fino al 1943). Condizione che comunque gli valse la clemenza della
corte al processo di Norimberga.
Senza attingere a nuova documentazione, Barbieri riorganizza la cospicua letteratura
esistente sull’intervento nazista in Spagna e sull’economia tedesca degli anni ’30, offrendo
una sintesi leggibile e convincente del ruolo di Schacht. Di contro, non giovano al
volume né il tentativo, per quanto sotto traccia, di collegare le vicende narrate all’attuale
ruolo economico della Germania nell’Unione Europea, né i numerosi errori fattuali e di
datazione che gettano una cattiva luce sia sull’editore della versione originale (Harvard
University Press) sia su quello italiano.

Alfonso Botti