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L’Italia a colori. Storia delle passioni politiche dalla caduta del fascismo ad oggi

Maurizio Ridolfi
Milano, Le Monnier, VI-346+16 pp., € 16,00

Anno di pubblicazione: 2015

Il volume, seguito del precedente dell’a., La politica dei colori. Emozioni e passio- ni nella storia d’Italia dal Risorgimento al ventennio fascista (Le Monnier, 2014) e punto d’arrivo di un progetto di lungo corso, prende le mosse dal 25 luglio 1943 per rileggere la storia del nostro paese fino ai più recenti sviluppi lungo i fili dell’universo di simboli cromatici che l’hanno intessuta. Condotto sulla scorta di uno sguardo interdisciplinare che abbraccia sul piano teorico cultural studies, antropologia, filosofia, iconografia, cul- tura visuale, sociologia della comunicazione e altre scienze sociali, il racconto si dipana rimanendo comunque saldamente ancorato al terreno proprio della storia politica, come è negli intenti. E la ricerca attinge con cura a un ricco e articolato patrimonio di fonti letterarie, iconografiche, audiovisive – testi narrativi e poetici, memorie, diari, canzoni, film, cinegiornali, rotocalchi, giornali satirici, fumetti, manifesti, dipinti, divise, bandie- re, stendardi – guardando alla contemporaneità, all’Italia della Repubblica, all’Italia dei partiti e a quella della società di massa, delle grandi arene mediatiche e della rivoluzione dei consumi, e mantenendo una stretta presa con le vicende, le circostanze, gli snodi, le fratture e le continuità, i temi, gli obiettivi, i capisaldi ideologici e programmatici delle diverse fasi e dei diversi soggetti che ne sono stati protagonisti.
Dal quadro emergono i tratti delle passioni politiche e di quelle civili – dalle istan- ze pacifiste all’affermazione delle identità di genere – nonché delle insegne che hanno accompagnato i loro riti e i loro linguaggi: rappresentazioni più o meno coerenti, più o meno risolute, più o meno felici, di ideali, appartenenze, contrapposizioni e contese, tra riferimenti alla tradizione e propositi di novità; e si delineano le modalità con cui i colori, dotati come sono di forte e sintetica potenzialità seduttiva, sono stati utilizzati nella pro- paganda come nelle strategie comunicative, in un orizzonte temporale ampio ma anche in relazione a particolari congiunture, e in una prospettiva in cui dialogano i molteplici contesti locali e la dimensione transnazionale, la sfera della razionalità e quella emotiva, l’ambito privato e quello pubblico, il passato e il presente.
L’a. ripercorre così la parabola delle principali culture politiche – i rossi, i neri, i bianchi, gli azzurri, i verdi, i viola, gli arancioni, gli «incolori», gli «arcobaleno» – fino alla controversa transizione del nostro tempo attraverso gli apparati simbolico-cromatici, at- tento alle declinazioni del loro significato, nella continua messa a punto delle piattaforme retoriche, delle linee politiche e dei rapporti con la memoria collettiva, il patrimonio di valori delle classi sociali, la sensibilità religiosa, le sfide della modernità: declinazioni che rivelano anche anfratti e contraddizioni, ansie e incertezze, dosaggi e contaminazioni, e dunque compongono una trama tanto complessa quanto affascinante.

Irene Piazzoni