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Ludovico Incisa di Camerana – Il grande esodo. Storia delle migrazioni italiane nel mondo – 2003

Ludovico Incisa di Camerana
Milano, Corbaccio, pp. 432, euro 24,00

Anno di pubblicazione: 2003

È un’ampia sintesi delle principali esperienze migratorie italiane nel mondo, proposta da un autore direttamente coinvolto nel fenomeno per la sua attività diplomatica in Francia, Brasile e Argentina.
Il lavoro è diviso in quattro parti. La prima si sofferma sull’età moderna, con particolare attenzione al legame con l’espansione spagnola, inglese, francese e austriaca. Segue una rassegna dei navigatori, dei missionari, degli artisti che hanno contribuito a diffondere la cultura italiana. La seconda parte analizza le origini e lo sviluppo della ?grande emigrazione? tra la metà dell’Ottocento e la Prima Guerra mondiale. Se ne sottolinea la dimensione politica: sia nelle sue aspirazioni di riscatto sociale, sia nel legame con lo sviluppo economico e le scelte della classe dirigente liberale. Viene inoltre proposto un quadro delle principali reazioni dei paesi di accoglienza e vengono esaminati alcuni percorsi di integrazione degli emigranti. La terza parte affronta l’esilio antifascista e le conseguenze sugli emigranti delle guerre mondiali, con un’attenzione particolare alle retoriche nazionaliste del fascismo, che sostituiscono l’immagine tradizionale dell’emigrazione. Vengono presi in esame anche i legami di tipo commerciale tra l’Italia e le comunità emigrate, soprattutto nel primo dopoguerra. La quarta parte è dedicata all’emigrazione di massa dopo la Seconda Guerra mondiale, con il boom delle partenze ora rivolte ai paesi europei, all’Australia e alle mete americane più tradizionali. L’autore non manca di evidenziare l’emigrazione altamente qualificata (gli ?ingegneri?) e i cambiamenti nel tempo dell’immagine degli italiani nel mondo. Il volume si chiude con un bilancio in forma di schema sulla base delle seguenti variabili: prestigio sociale, mobilità sociale verticale, peso economico, influenza politica, influenza culturale.
L’opera parte dal presupposto che le migrazioni italiane rappresentino un fenomeno unitario e omogeneo e come tali possano essere studiate e raccontate. Da qui molte forzature che suscitano perplessità; a partire dall’Introduzione, dove si afferma che ?l’identità italiana nell’ottica di chi è all’estero è unitaria. Meridionali e settentrionali si ritrovano ?italiani fuori d’Italia’. L’italiano all’estero è sovraccaricato da tutta la storia e il folklore della penisola e si adatta a gestire questo patrimonio? (p. 5). Discutibile anche il citato bilancio finale in forma di schema. Non mancano tuttavia alcuni effetti positivi: interessante è, ad esempio, il nesso tra l’emigrazione di massa e il tradizionale attivismo mercantile di determinate élites, come quella genovese. Come pure è condivisibile il giudizio sulla ?lunga durata? dei limiti e delle miopie delle classi dirigenti italiane nella gestione dell’emigrazione. Il pregio principale del lavoro ? la capacità di sovrapporre l’analisi delle emigrazioni di élites e delle emigrazioni di massa ? si trasforma però talvolta in un ostacolo alla comprensione scientifica del fenomeno. Pur essendo il prodotto della consultazione di una copiosa bibliografia, il volume risente a tratti di un approccio eccessivamente semplificato alla storia dell’emigrazione.

Michele Colucci