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Luigi De Rosa – Storia delle Casse di Risparmio e della loro Associazione 1822-1950 – 2003

Luigi De Rosa
Roma-Bari, Laterza, pp. 438, euro 30,00

Anno di pubblicazione: 2003

Dopo avere ospitato tanti volumi dedicati alla storia dei singoli istituti, la laterziana collana di ?Storia delle banche? ospita questo volume di De Rosa che tratta del mondo delle Casse di Risparmio, un settore unito da crescenti legami associativi che portarono già nel 1911 a fondare un’associazione di categoria e un istituto centrale nel 1918.
Le Casse di Risparmio nella storia economica e sociale d’Italia rappresentano una singolare istituzione economica, che si distingue dalle consorelle degli altri paesi europei per l’importanza economica che il settore assunse nel nostro paese nel XIX e nella prima parte del XX secolo. Caratteristica delle Casse italiane era il localismo, temperato da una forte tensione associativa, e la sostanziale indipendenza verso i governi e il Tesoro, che avvicinarono il settore delle Casse di Risparmio, soprattutto dopo la riforma crispina, più alla banca privata che alle istituzioni pubbliche. Il lavoro di De Rosa si basa in gran parte sulla documentazione prodotta dall’Associazione fra le Casse di Risparmio, il cui archivio ha avuto il privilegio di poter consultare, e ci restituisce una ricostruzione minuziosa e di estremo interesse della vita economica delle aziende del settore e dei loro rapporti con l’Associazione e con i governi.
Il volume descrive l’evoluzione del settore da una situazione di atomismo localistico, alla costruzione di un grande settore fortemente irregimentato sotto il fascismo, ma che dopo la guerra, crollato il regime, riacquisterà molti ambiti di autonomia. Centrale nella narrazione è il periodo fascista, in cui l’Associazione, presieduta dal 1930 dal presidente della Cariplo, De Capitani d’Arzago, amico e grande estimatore di Mussolini, diviene un interlocutore privilegiato del governo e si piega ad assecondare la difficile navigazione del regime in campo finanziario, pur riuscendo in una qualche misura a conservare una propria autonomia.
Il volume è pregevole per la documentazione che utilizza e che per la prima volta si offre agli storici. Dispiace che tutta la narrazione soffra di una accentuata aderenza alle fonti, che sembrano dettare il ritmo stesso della narrazione, che quasi mai si stacca ad offrire quadri interpretativi di più largo respiro, mentre il taglio rigorosamente aziendalistico, porta l’autore a tralasciare sostanzialmente l’importanza politica e sociale che le Casse hanno avuto nella storia d’Italia, dapprima come enti di beneficenza, e poi come erogatrici di donazioni per fini sociali e pubblici. In questa veste le Casse hanno storicamente rappresentato un importante punto di coagulo ed una posizione di potere delle classi dirigenti locali, come le attuali vicende delle Fondazioni ex bancarie, oggetto di una aperta lotta fra comunità locali e governo centrale per il controllo delle loro risorse stanno a testimoniare.

Alessandro Polsi