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Luigi Picardi – I cattolici molisani tra fascismo e democrazia (1943-1945) – 2004

Luigi Picardi
Roma, Studium, pp. 217, euro 17,50

Anno di pubblicazione: 2004

Il volume di Picardi si pone in linea di continuità con altri suoi precedenti lavori. Infatti già con i volumi Il Partito Popolare italiano nel Molise (1919-1924), Milano 1990, e Cattolici e fascismo nel Molise (1922-1943), Roma 1995, l’autore aveva offerto importanti contributi di approfondimento sulle vicende contemporanee di una regione spesso trascurata dalla storiografia. Questa volta l’autore ? studioso del movimento politico dei cattolici italiani, preside del Liceo Classico ?Mario Pagano? di Campobasso e docente di Metodologia della ricerca e didattica della storia nella Scuola di specializzazione all’insegnamento secondario dell’Università degli studi del Molise ? ricostruisce il ruolo svolto dalle forze cattoliche per ancorare una delle ?zone grigie? del Meridione d’Italia al nascente sistema democratico.
Il volume presenta un esame approfondito di un ampio spettro di fonti e documenti in gran parte inediti; si articola in tre capitoli ed un’interessante appendice documentaria. Il primo capitolo, I quarantacinque giorni, dedicato al periodo tra il 25 luglio e l’8 settembre 1943, lascia emergere come ?il clero si appresti ad affrontare gli eventi sul terreno caritativo? e, a fronte di una persistente crisi dell’Azione Cattolica, siano stati i ?vecchi popolari? a ?prendere per primi l’iniziativa propriamente politica? riallacciando contatti con ambienti napoletani (pp. 46-47). Nel secondo capitolo, dedicato al Regno del Sud, si evidenziano le conseguenze dei combattimenti che portano al graduale ritiro delle truppe tedesche e come, alle prese ?con le urgenze della vita quotidiana, la grande maggioranza della popolazione sarà, per qualche tempo, del tutto distaccata dai ristretti nuclei che stanno lentamente ricostituendo i partiti e rianimando la politica regionale? (p. 101).
Il terzo capitolo, Verso la ?democrazia dei partiti?, ricostruisce in dettaglio soprattutto la faticosa crescita e affermazione in Molise della Democrazia Cristiana, che ?è solo uno dei soggetti politici in un contesto già fortemente segnato nelle sue prospettive da quello che le forze in campo sono venute esprimendo in un biennio decisivo più di quanto non appaia? e sul quale si vedranno gli effetti della eredità della ?zona grigia?, particolarmente sensibile all’azione delle forze moderate (p. 189). Per l’autore, però, in Molise la ?zona grigia? defeliciana è contraddetta ?da tanti gesti di autentica passione civile?, e sembra più configurarsi ?come un diffuso deficit di partecipazione consapevole agli eventi pur straordinari del periodo, come una sorta di diseducazione civile che viene da lontano, e che venti anni di fascismo hanno aggravato, come una mentalità che preferisce la delega all’impegno e alla responsabilità personale? (p. 7).
La ricostruzione delle vicende dei cattolici molisani tra fascismo e democrazia non è soltanto una storia interna al mondo cattolico regionale, ma assume il connotato di elemento centrale della storia complessiva del Molise. Ne emerge uno spaccato della società meridionale dalla caduta del regime alla ripresa della vita democratica in un biennio cruciale come fu quello tra il 1943 e il 1945.

Augusto D’Angelo