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Marcello Trapanese – Rionero in Vulture: urbanistica ed edilizia pubblica. Dagli inizi del XX secolo al secondo dopoguerra – 2003

Marcello Trapanese
Rionero in Vulture (Pz), Calice editore, pp. 142, euro 15,00

Anno di pubblicazione: 2003

Il volume ripropone la tesi di laurea dell’autore, che ha elaborato una ricerca sulla ricostruzione delle vicende urbanistiche ed edilizie del Comune di Rionero in Vulture tra l’inizio del XX secolo e l’immediato secondo dopoguerra. Il libro è strutturato in due parti: la prima analizza le trasformazioni dell’abitato, gli interventi di bonifica ed il risanamento igienico, l’elaborazione del piano regolatore e la realizzazione di opere pubbliche estesi sul territorio comunale; la seconda raccoglie una serie di schede analitiche dei singoli interventi. Il volume tenta un’operazione di verifica dell’ipotesi di trasformazione da centro agricolo tradizionale a uno dei principali Comuni del circondario. Questo sviluppo, avviato nel periodo giolittiano senza esiti pratici ma con la volontà di rinnovare l’assetto generale del nucleo urbano, trova nel periodo fascista una sua piena attuazione nell’ambito di quella politica di propaganda attraverso le opere pubbliche. La questione dell’igiene, la modernizzazione dell’urbano con la sistemazione delle rete viaria, la ristrutturazione dell’edilizia scolastica e dell’edilizia pubblica, sono gli elementi che attuano quel processo di espansione e di cambiamento delle fisionomia di Rionero. In particolare emerge la figura inedita e ancora poco studiata del geometra Pasquale Catenacci redattore della mappa della città, ?esemplare di quella categoria di progettisti locali, destinatari di numerosi incarichi, che spesso finiscono per dare una loro impronta personale al panorama edilizio cittadino? (p. 6). Nella storia urbanistica di Rionero la vicenda del piano regolatore del 1932 è paradigmatica perché mette in evidenza due aspetti: il primo riguarda la congiuntura del terremoto che obbliga a riordinare e ricostruire l’assetto urbano, disordinato e irregolare e dimostra come la storia della città sia spesso frutto di variabili inaspettate; il secondo analizza l’intervento del regime fascista che utilizza l’evento della calamità e della ricostruzione come strumento di propaganda. L’operazione mobilita numerose risorse tecniche e finanziarie per il consolidamento degli edifici ed elabora un piano di due nuovi quartieri esterni alla città con la costruzione di abitazioni adeguate ai parametri antisismici e ai canoni architettonici del Movimento Moderno. Questa realizzazione è il risultato delle politiche urbanistiche dell’epoca, e, nella lunga durata, lascia un’eredità, difficile da gestire, quella delle condizioni caotiche delle periferie urbane che conservano ?quell’aspetto di funzionalità e razionalità così diverso dal paesaggio urbano e rurale nel quale si inseriscono? (p. 39).
La peculiarità di questo libro, come sottolinea nella Presentazione Maria Perone, è quello di avere aperto una strada nuova per ulteriori ricerche che possono attuare un confronto su scala regionale delle trasformazioni delle diverse città in Basilicata e costituire le biografie dei tecnici che operano sul territorio.

Cristina Accornero