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Marco Clementi – Storia del dissenso sovietico. 1953-1991 – 2007

Marco Clementi
Roma, Odradek, 316 pp., Euro 22,00

Anno di pubblicazione: 2007

Il libro di Marco Clementi costituisce una sintesi documentata, ampia e articolata della complessa storia del dissenso sovietico dopo la morte di Stalin. Partendo dall’epigrafe della raccolta Feniks ’66, nella quale Galanskov sintetizzava uno dei motivi fondamentali della discordia tra potere e intellettuali, l’a. si domanda cosa intesero questi «spiriti liberi» con la parola «verità». Il tentativo di individuare una risposta sta alla base, secondo Clementi, del movimento di pensiero sul quale si sviluppò il dissenso sovietico la cui storia fra il 1953 e il 1991 può essere articolata in sei fasi. La prima data corrisponde alla morte di Stalin, la seconda alla promulgazione della legge sulla riabilitazione delle vittime delle repressioni politiche. Il periodo 1953-1964 segnò profondi cambiamenti nella società sovietica, con la denuncia del culto della personalità durante il XX Congresso e la successiva estromissione di Chru??ev. Nel secondo periodo (1965-1967) il nuovo establishment guidato da Bre?nev operò con espulsioni e arresti di scrittori dissidenti (celebre il processo a Sinjavskij e Daniel’). Nel terzo periodo (1968 1972) il movimento crebbe, con l’avvio della pubblicazione della «Cronaca degli avvenimenti correnti» e con il saggio di Sacharov Considerazioni sul progresso, la coesistenza pacifica e la libertà intellettuale. Nel quarto periodo (1973-1974) sopravvenne una crisi, ma non mancarono iniziative quali la fondazione del «Gruppo ’73» e l’apertura della sezione russa di Amnesty International. Il quinto periodo (1975-1982) si aprì con il premio Nobel per la pace a Sacharov e fu caratterizzato dalla fine delle attività del Gruppo Helsinki. Durante l’ultimo periodo, infine, si giunse con M. Gorba?ev alla liberazione dei prigionieri politici.Nei nove capitoli del volume l’a. ci presenta gli attori politici, gli scrittori e gli artisti legati al movimento del dissenso, del quale analizza aspetti peculiari quali il samizdat, i casi noti (come la pubblicazione del Dottor ?ivago e delle opere di Sol?enicyn) e meno noti, che hanno comunque contributo a formare la complessa rete del dissenso sovietico. È merito dell’a. essersi interessato non solo agli eventi di Mosca, ma anche alle periferie dell’impero sovietico. Inoltre, Clementi dedica molte pagine alle questioni nazionali dei popoli deportati, all’affaire Grigorenko, all’uso della psichiatria negli ultimi anni e alla questione religiosa.Il volume è corredato da una ricca bibliografia tematica. Da un lavoro così importante e meritorio ci saremmo tuttavia aspettati un’analisi più mirata e approfondita di alcuni aspetti centrali, quali la «Cronaca», il pensiero di Sol?enicyn e Sacharov. In definitiva la ricostruzione proposta da Clementi non sempre attribuisce ai vari fenomeni politici e di pensiero un giudizio di merito proporzionato. A questo proposito stupisce l’assenza di almeno un accenno all’Associazione Memorial, il cui impegno non si è esaurito con la fine del comunismo, continuando la migliore tradizione del movimento del dissenso sovietico contro qualsiasi forma di repressione e per la salvaguardia dei diritti umani.

Francesca Gori