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Marconi: The Man Who Networked the World

Marc Raboy
Oxford, Oxford University Press, 836 pp., $ 39.95

Anno di pubblicazione: 2016

La biografia di Guglielmo Marconi scritta da Raboy (studioso americano di storia delle comunicazioni) è un lavoro ampio e completo, grazie a un apparato documentario e bibliografico, raccolto in certosine ricerche d’archivio. Ne deriva un’immagine del Premio Nobel italiano complessa che, per certi versi, complica ulteriormente il giudizio su un personaggio geniale, ma che dagli anni ’90 del secolo scorso in avanti è stato giudicato dalla storiografia come alquanto controverso.
Autore del primo contatto radio transatlantico nel dicembre del 1901, Marconi, a giudizio dell’a., più che un genio andrebbe considerato uno studioso capace di sintetizzare in un unico grande progetto le altrui scoperte. Precedentemente James Maxwell aveva studiato l’elettromagnetismo a fondo, mentre Heinrich Hertz aveva dimostrato l’esistenza delle onde elettromagnetiche. Marconi dal canto suo si era svincolato dal campo degli studi dei suoi predecessori, comprendendo come l’elettromagnetismo potesse essere usato per creare un nuovo tipo di telefonia, andando oltre la trasmissione di comunicazioni attraverso il semplice codice Morse.
L’a. si sofferma sulla capacità di Marconi di comprendere le potenzialità economiche e politiche delle sue scoperte. Marconi non mancò di trarne immediato vantaggio sia con i governi che nel mercato privato. Dalla società da lui fondata negli Stati Uniti scaturì nel 1919 la Radio Corporation of America (Rca), capostipite dei colossi delle comunicazioni nazionali e internazionali. Lo scienziato italiano fu altrettanto abile nei contatti con il potere politico. Egli vendette ai governi tecnologie atte a rafforzare le strutture imperiali in Africa e in Asia, collaborando con tutte le potenze del tempo. Marconi trascorse molto tempo in Gran Bretagna proprio per rafforzare i rapporti con il mondo politico ed economico britannico, lavorando a un sistema di radio-comunicazioni integrato per connettere tutte le aree dell’Impero inglese. Tornato in Italia, lo scienziato si prodigò per rendere efficiente il sistema di comunicazioni italiano durante la prima guerra mondiale e poi durante il regime fascista. Marconi usò la propria fama per patrocinare l’avventura italiana in Etiopia, definendosi il primo fascista nella radiotelegrafia.In conclusione, il punto su cui l’a. più insiste nel suo lavoro, che fornisce una ampia messe di dati e aneddoti, è l’ossessione di Marconi per i rapporti con il potere. Verrebbe da dire che il «padre» del sistema di comunicazioni globalizzato in cui viviamo sia stato anche in questo un precursore dell’intreccio (non sempre virtuoso) tra economia, media e politica di cui siamo quotidianamente spettatori.

Lucio Valent