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Maria e Spiridione Petrettini. Contributi allo studio della cultura italo-greca tra fine del dominio veneto e Restaurazione

Mara Nardo
prefazione di Manlio Pastore Stocchi, Padova, Cleup, 292 pp., € 24,00

Anno di pubblicazione: 2013

Il volume, focalizzato su una sezione della storia culturale di Venezia che negli ultimi tempi sta conoscendo una nuova stagione di studi, è costituito da una parte introduttiva ed una seconda con cospicua e preziosa documentazione di fonti (ma non risulta essere stata consultata la bibliografia in lingua greca). Il primo capitolo è dedicato ai «Veneziani e agli Jonii nel declinare della Serenissima: un poema ritrovato di Luigi Carrer dedicato alla letterata corfiota Maria Petrettini»; segue un cenno fin troppo stringato su «Corfù e Venezia»; quindi alcune considerazioni su testi letterari del periodo. Il secondo capitolo è dedicato alla giovinezza dei fratelli Maria e Spiridione Petrettini, ai loro rapporti con i cugini Mario Pieri e Isabella Teotochi Albrizzi, ma anche con una personalità quale Melchiorre Cesarotti. Sono gli anni successivi alla fine della dominazione veneziana dello Ionio, in seguito all’arrivo di Napoleone. Nel trambusto politico e culturale i giovani Petrettini, ancora imbevuti di graziosità settecentesche, si impegnano nella composizione letteraria e nella ricerca storica e archivistica. Maria, qualche anno prima di Isabella, inizia a comporre biografie e «ritratti» (rimasti però inediti: si pubblicano in appendice quelli di Mario e Teodoro Pieri). Il terzo capitolo è incentrato su Spiridione Petrettini e il neoclassicismo. Il quarto capitolo vede di nuovo in scena Maria, frequentatrice assidua di poeti: ebbe un buon rapporto con Cesarotti, mentre con Monti e Pindemonte mantenne contatti più formali; Foscolo, invece, non nutrì particolare simpatia nei suoi confronti. Una relazione intensa esistette invece fra Maria e il cugino Mario Pieri, documentata da componimenti poetici e un carteggio segreto (ci si sarebbe aspettati qualche nota sui personaggi citati, in particolare su Giorgio Mocenigo e soprattutto su Giovanni Antonio Capodistria). Sarebbe stato forse opportuno far riferimento ad un’opera coeva in italiano, il saggio di Ermanno Lunzi, Della Repubblica Settinsulare libri due (Bologna 1863), strumento storico fondamentale per la ricostruzione del contesto. Segue infine un capitolo su Maria in Italia: l’a. si sofferma su alcune delle imprese letterarie della Petrettini, quali la Vita di Cassandra Fedele. Particolarmente interessante è la corrispondenza con A. Mustoxidis (p. 69, n. 46, ma davvero troppo ridotte e poco documentate sono le informazioni su Mustoxidis, il quale, come è noto, aveva contribuito in maniera considerevole alla traduzione dell’Iliade di Vincenzo Monti). I rapporti di Maria con il mondo intellettuale italiano (in particolare con Luigi Carrer, ma anche Emanuele Cicogna, Bartolomeo Gamba, Giustina Renier Michiel) sono abbastanza ben tratteggiati. La sezione dedicata ai documenti inediti qui recuperati è senz’altro utile per lo sviluppo degli studi in un’area ancora non sufficientemente indagata, per cui sono necessarie competenze interdisciplinari italo-greche.

Caterina Carpinato