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Maria Giuseppina Muzzarelli – Breve storia della moda in Italia – 2011

Maria Giuseppina Muzzarelli
Bologna, il Mulino, 234 pp., Euro 17,00

Anno di pubblicazione: 2011

Negli ultimi anni la moda ha esercitato un fascino crescente sugli storici: partiti magari con un po’ di ritardo rispetto alla comunità scientifica internazionale, gli studiosi italiani hanno però rapidamente recuperato terreno, sia con lavori di ricerca, che con opere di sintesi. Maria Giuseppina Muzzarelli appartiene al manipolo di quanti hanno posto il fenomeno «moda» al centro degli interessi di ricerca da diverso tempo: anzi, si può senza dubbio affermare che ha svolto ricerche pionieristiche nel campo.La Breve storia della moda in Italia offre perciò una sintesi matura uscita dalla penna di una storica che ha dedicato al tema larga parte della propria attività di ricerca. È proprio in virtù di tale esperienza che il volume riesce a coniugare efficacemente la necessaria agilità di un libro rivolto al grande pubblico con una ricostruzione problematica che non è mai banale, ma, al contrario, appare sempre stimolante.L’articolazione dell’indice per temi, e non a base cronologica, evidenzia immediatamente l’approccio dell’a., mirato a enucleare appunto i nodi problematici salienti di un fenomeno sociale, culturale ed economico per sua natura assai sfuggente. Sfuggente a partire proprio dalla definizione, che viene affrontata nel primo capitolo, in cui emerge la sicura padronanza di strumenti interpretativi multidisciplinari. Il secondo capitolo tratteggia in poche, ma precise pagine il senso storico di quello che oggi chiamiamo made in Italy. Terzo e quarto capitolo sono dedicati ai protagonisti del made in Italy: sarti, creatori, giornalisti, organizzatori di eventi e, naturalmente, stilisti. La funzione dell’abbigliamento come indicatore di condizione sociale è il tema discusso nei successivi tre capitoli, dove trova anche spazio un topos classico: il rapporto tra moda e lusso. I capitoli dall’8 al 12 trattano del cuore del fenomeno moda: la dinamica del cambiamento di fogge, dimensioni, colori, materiali. Gli ultimi capitoli affrontano piuttosto tematiche contemporanee, come il feticismo, il rapporto tra moda e arte e soprattutto il sistema moda. Quest’ultimo aspetto è messo a fuoco in due sezioni che colgono perfettamente nel segno: l’analisi delle forme organizzative della produzione, da un lato, e il ruolo fondamentale svolto dalle «città della moda», dall’altro; in effetti la storia della moda italiana ha proprio in città come Torino, Milano, Firenze e Roma dei riferimenti imprescindibili: probabilmente meritava una menzione anche Napoli.Scritto in maniera brillante, organizzato in modo intelligente, costruito con argomentazioni convincenti, questo libro rappresenta un bell’esempio di come si può fare alta divulgazione all’anglosassone anche su un tema sfuggente, che dietro l’apparente frivolezza nasconde cambiamento sociale, dinamiche economiche, interazioni culturali.

Marco Belfanti