Cerca

Nadia Maria Filippini – Maria Pezzè Pascolato – 2004

Nadia Maria Filippini
Sommacampagna (Vr), Cierre, pp. 169, euro 12,50

Anno di pubblicazione: 2004

Sesto titolo della collana ?Profili novecenteschi?, il primo dedicato a una donna, il volume ricostruisce in modo agile e tuttavia problematico la complessa biografia di una delle intellettuali più rappresentative della prima metà del Novecento. Maria Pezzè Pascolato (1869-1933), proveniente da un’importante famiglia veneziana, attraversò con i suoi scritti, le sue riflessioni e l’attività pratica, diverse fasi della storia nazionale e vari aspetti della condizione delle italiane, ma del suo contributo intellettuale e politico ben poco è rimasto nella memoria successiva non solo a causa delle dinamiche di rimozione a cui le storiche delle donne sono più abituate. ?Fino a pochi anni fa era destino delle donne, per quanto famose e importanti, di esser cancellate, alla morte, dallo scenario storico. [?] A Maria Pezzè Pascolato questa sorte è toccata due volte: perché donna e perché fascista? (p. 11). Un soggetto, dunque, doppiamente ?scomodo?, rispetto al quale l’autrice dichiara in prima battuta una grande distanza ?per idee e impegno politico? (p. 12), senza che ciò le impedisca di scavare in profondità nella ricca vicenda biografica. Donna di vasta cultura e insaziabile curiosità, Maria Pezzè Pascolato si occupò di arte, di storia (a lei dobbiamo la traduzione degli Eroi di Carlyle e del Mazzini di Bolton King), di letteratura per l’infanzia. Abile traduttrice, fu un’importante mediatrice culturale come altre donne dimenticate della sua generazione. Cattolica e ?nazionalista di formazione e convinzione? (p. 109), si avvicinò al modernismo, osservò attentamente la crisi politica e sociale di fine secolo, rielaborò in una singolare sintesi la recente storia nazionale e tentò di saldare la migliore ?tradizione? con l’apertura al futuro. L’autrice ripercorre e illustra scrupolosamente gli scritti sulle donne, l’esaltazione del ruolo familiare e la proiezione delle funzioni materne e moralizzatrici nella lacerata sfera pubblica. Reduce da un matrimonio infelice e da una precoce separazione di fatto, Maria Pezzè Pascolato non esitò a prescrivere per le giovani connazionali la perfetta devozione ai doveri matrimoniali. Anche l’interventismo fu da lei vissuto come un ?dovere? collettivo, ma ? sottolinea l’autrice ? in un’ottica di dolorosa catarsi sociale mutuata dalla religione cristiana, senza contatti con la più nota retorica futurista (p. 88). Promotrice di associazioni e attività filantropiche, nei primi anni Venti si avvicinò al fascismo considerandolo ?necessario? per la ricomposizione e rinascita della società italiana, per il grande rilancio della nazione. All’apice del successo per l’attività dispiegata prima e durante la Grande Guerra, mise la sua esperienza al servizio del ?progetto di una grande politica nazionale di assistenza e formazione?. Entusiasta della politica familiare del regime, fu a capo del Fascio femminile e dell’ONMI di Venezia. Proprio nei capitoli conclusivi emerge al meglio l’attitudine della biografa, che ribadisce rispetto ad un personaggio così controverso la necessità di ?capire?, di provare a ?guardare il fascismo con i suoi occhi? (p. 111). In conclusione, è una biografia ben riuscita, che supera il silenzio delle fonti in uno sforzo meritorio di comprensione e ricostruzione storiografica.

Maria Pia Casalena