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Nicola Tranfaglia (a cura di) – Ministri e giornalisti. La guerra e il Minculpop (1939-43) – 2005

Nicola Tranfaglia (a cura di)
Torino, Einaudi, pp. XXXIII-327, euro 23,00

Anno di pubblicazione: 2005

Il volume a cura di Nicola Tranfaglia raccoglie gli ottanta verbali degli incontri tra il ministro della Cultura popolare, Alessandro Pavolini, e i direttori dei giornali convocati in riunioni periodiche allo scopo di orientare l’opinione pubblica e di dare una linea univoca alla stampa nazionale nel periodo che va dal 5 gennaio 1939 al 27 marzo 1943: ovvero, come si evince anche dal sottotitolo del libro, buona parte del periodo bellico, soprattutto fino a quando il Minculpop è stato in grado di impostare campagne a mezzo stampa di una certa rilevanza.
Si tratta di materiale conservato presso l’Archivio centrale dello Stato nel fondo del gabinetto del ministero della Cultura popolare, ed è di per sé opera meritoria aver deciso di pubblicare questa fonte, per farla conoscere a un pubblico più ampio di quello ristretto degli addetti ai lavori. Infatti, gran parte della documentazione relativa al lavoro prodotto dalle direzioni generali del Minculpop (gli organismi preposti alla pianificazione dell’apparato propagandistico del regime) è purtroppo, come noto, andata perduta e anche questa qui presentata è stata solo di recente riordinata.
I verbali documentano a quale livello fosse giunta l’opera di pianificazione dell’apparato propagandistico, e soprattutto quale fosse l’immagine che il governo fascista voleva dare della guerra all’opinione pubblica italiana. Ciò detto, credo che avrebbe giovato alla comprensione del ?sistema Minculpop? una più ampia parte introduttiva, corredata anche da alcune considerazioni più generali che questo corposissimo materiale inevitabilmente suscita, come aveva fatto del resto lo stesso autore nel 2004 ne La stampa del regime 1932-1943. Le veline del Minculpop per orientare l’informazione. Non viene adeguatamente messo in rilievo, ad esempio, il carattere di ?modernità’ che questo tipo di organizzazione rivestiva nel più generale ambito di pianificazione e controllo del consenso. Le riunioni con i giornalisti, oltre a rappresentare un tentativo ? piuttosto riuscito, in verità ? di dare l’immagine di una linea politica unitaria attraverso le pagine dei giornali, rivelano anche qualcosa di più. In particolare, da vari passaggi dei colloqui, emerge la volontà da parte del ministro, come già di Mussolini, di presentarsi anche come un direttore di giornale, anzi un direttore d’orchestra che accordava tutti gli strumenti (ovvero i diversi media) esperto nell’arte della comunicazione. Pavolini, preceduto per un breve periodo da Dino Alfieri e seguito, per altrettanti pochi mesi, da Gaetano Polverelli, amava infatti rivolgersi ai ?colleghi’ invitandoli a essere anche propositivi, promotori di idee e suggerimenti, per rendere più efficace il sistema propagandistico generale.
Permangono comunque alcuni dubbi circa l’effettiva necessità, nell’ambito degli studi contemporaneistici, di pubblicazioni che riproducono il contenuto di buste d’archivio, corredandole da introduzioni fin troppo ?snelle’, visibili sia agli specialisti che ai semplici lettori interessati di storia.

Andrea Del Vanga