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Noi stiamo qui ora! Gli Ebrei del Bund nella Rivoluzione russa

Massimo Pieri, Doikeyt
Milano-Udine, Mimesis, 2017, 182 pp., € 16,00

Anno di pubblicazione: 2018

Il libro di Pieri affronta un tema di rilievo: la storia dell’organizzazione socialde- mocratica dei lavoratori ebrei detta Bund – Unione generale operaia ebraica in Lituania, Polonia e Russia (questa denominazione risale propriamente al IV Congresso del 1901, mentre nel congresso costitutivo il nome dell’Unione faceva riferimento solo a «Russia e Polonia») – nel periodo compreso tra il suo costituirsi a Vilnius nel 1897 e l’instaurazione del potere sovietico.
Dopo un capitolo introduttivo che illustra le difficili condizioni esistenti nell’Impero zarista per la popolazione ebraica, confinata nella zona di residenza, colpita da leggi di- scriminatorie e vessatorie, e dal 1881 frequentemente vittima di pogrom, l’a. si sofferma sulle origini del movimento operaio ebraico nelle regioni nord-occidentali dell’Impero, e poi sul suo sviluppo, durante gli anni ’90 dell’800, nel contesto dell’industrializzazione e dell’affermarsi del socialismo di ispirazione marxista.
Tra i principali temi messi a fuoco dall’a. nel ricostruire il percorso del Bund all’ini- zio del nuovo secolo e durante gli anni che precedono la prima guerra mondiale anno- veriamo: le complesse vicende concernenti la collocazione del Bund nell’ambito della socialdemocrazia russa e il suo rapporto con le componenti menscevica e bolscevica; la sua partecipazione alle Rivoluzioni del 1905 e del 1917 e il suo inquadramento nella storia dei partiti e gruppi di opposizione durante la stagione dello «pseudocostituzionalismo» russo; la soluzione elaborata dal Bund in merito alla questione nazionale, imperniata sul concetto di autonomia nazional-culturale extraterritoriale e sull’idea dell’instaurazione futura di una federazione di nazionalità, che rappresenta un contributo significativo al dibattito politico e intellettuale su uno dei nodi più spinosi della storia tardo imperiale.
Pieri conclude il proprio lavoro sottolineando la natura autenticamente rivoluziona- ria della proposta autonomista e federalista del Bund, che egli contrappone alla soluzione leninista, imperniata sull’«aut-aut […] dell’assimilazione o della separazione politica» (p. 176). Il suo libro, pubblicato in occasione del centenario del 1917, intende rimarcare il pluralismo delle soluzioni socialiste presenti nella Rivoluzione russa prima della definitiva vittoria bolscevica.
Si rileva però con rammarico il mancato aggiornamento bibliografico: sono del tut- to assenti riferimenti a testi pubblicati dopo il 1991-1992, e si vuole qui in conclusione segnalare al lettore interessato al tema la corposa raccolta critica di documenti pubblicata nell’ambito della preziosissima serie «I partiti politici della Russia. Fine del XIX secolo- primo terzo del XX secolo», serie che ha ridefinito il panorama storiografico dell’ultimo venticinquennio: Bund. Dokumenty i materialy, 1894-1921, Moskva, Rosspen, 2010.

Giovanna Cigliano