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Paola Colaiacomo e Vittoria C. Caratozzolo – Mercanti di stile. Le culture della moda dagli anni ’20 a oggi – 2002

Paola Colaiacomo e Vittoria C. Caratozzolo
Roma, Editori Riuniti, pp. 415, euro 22,00

Anno di pubblicazione: 2002

Questa antologia presenta una serie di testi sul tema delle ?culture della moda? scritti da storici e teorici della moda e da ?creativi? che riflettono sulle modalità del proprio lavoro e i percorsi descritti dalle loro biografie professionali.
Figure di spicco che rappresentano snodi di sviluppo dell’archeologia dello stile contemporaneo sono quelle di Chanel e di Biba. Il merito di Chanel non sta tanto nelle innovazioni stilistiche che promuove, ma nella capacità di trasformare in ?marchio? queste tendenze attraverso il suo imporsi come personaggio che incarna un nuovo modello di femminilità, frequentando gli ambienti giusti tra Parigi e città di villeggiatura come Biarritz, Cannes, Saint Tropez. La forza di Chanel, insomma, è stata quella di interpretare le tendenze in atto nel gusto e nell’immagine e di commercializzarle abilmente. Il caso di Biba è analogo per la capacità di catalizzare tendenze sociali ed estetiche trasformandole in marchio commerciale di grande impatto mediatico, il contesto non è più Parigi negli anni Venti, ma Londra negli anni Sessanta. Si tratta di un importante passaggio costitutivo dell’estetica della società di massa perché la fortuna di Biba viene costruita proprio sul superamento delle ?apparenze? di classe annullate dalla scelta dello stile. Nonostante Biba inizi vendendo per corrispondenza, è la creazione dei suoi celebri negozi metropolitani a consacrarne la fortuna, negozi le cui aperture rappresentano degli happening seguitissimi e presso i quali si riforniscono vip di fama mondiale al pari delle ?ragazze della porta accanto?.
Molti degli interventi antologizzati in questo volume insistono sulla funzione dei media nella costruzione dello stile. Il complesso mediatico che accompagna e diffonde lo stile – pubblicità, televisione, stampa, happenings – innesca un processo di produzione e commercializzazione dell’abbigliamento. Lo stile risulta perciò dall’interazione di pratiche, riproduzione mediatica e ricadute commerciali sul corpo sociale. I significati prodotti dalla simbiosi corpo-abito vanno calati nel contesto economico, dal commercio dei tessuti ai saperi e alle tecnologie che presiedono alla loro trasformazione in abiti, per evitare una sorta di riduzionismo estetico che spesso costituisce il limite principale delle storie della moda. Il ?corpo rivestito? si rivela essere al centro di forze e di vincoli che ne definiscono il significato e nondimeno mantiene un suo margine di soggettivizzazione di cui il ricorso al mercato dell’usato rappresenta soltanto la più evidente manifestazione. La moda, insomma, non plasma il corpo sociale più di quanto da esso sia plasmata. In questo volume è stato raccolto un repertorio molto aggiornato di riflessioni sulla moda, rimangono invece assai generici i contesti storici e i percorsi che legano i vari passaggi, ma in ciò l’antologia non fa che riflettere un deficit della ricerca su questi temi che per essere colmato richiederà un più solido ancoraggio della storia della moda alla storia della società nel suo insieme.

Paolo Capuzzo