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Pier Luigi, Gilles Pécout (a cura di) – Scuola e nazione in Italia e in Francia nell’Ottocento. Modelli, pratiche, eredità: nuovi percorsi di ricerca comparata – 2007

Pier Luigi, Gilles Pécout (a cura di)
Venezia, Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, XI-318 pp., Euro 28,00

Anno di pubblicazione: 2007

Il volume comprende le dodici relazioni, riviste dagli autori, tenute all’ottava Giornata di studio L. Luzzatti (14-15 novembre 2003), le prime due delle quali, a firma di Antoine Prost e di Giuseppe Talamo, a carattere introduttivo e generale. Gli altri dieci contributi sono equamente ripartiti – anche sotto il profilo della nazionalità degli autori – su aspetti di storia della scuola e dell’educazione in Italia e in Francia: da segnalare il caso – unico della serie – dell’apprezzato studioso francese Gilles Pécout, che si cimenta con un argomento di storia italiana, e di non poco impegno (L’Italie à l’école à la fin du XIXe siècle: une nation sécularisée?, pp. 67-80). Secondo quanto richiamato nell’Introduzione, l’unificazione italiana e la transizione dal Secondo Impero alla Terza Repubblica francese erano state assunte come date periodizzanti per l’argomento del convegno, e le questioni concernenti il rapporto tra istruzione-educazione e processi di nation building come suo fulcro tematico. Va peraltro ascritto a merito di molti contribuiti raccolti nel volume l’aver travalicato tali delimitazioni, sia dal punto di vista temporale sia da quello, per così dire, contenutistico. Del resto, gli stessi curatori dell’opera hanno cura di rilevare esplicitamente (pp. IX-X) i motivi di irriducibilità delle questioni scolastico-educative alla sola questione nazionale, nonché i fattori di complessità, se non di contraddizione che vi si intrecciano e ne emergono: fattori, mi sembra, messi in particolare rilievo nel saggio di Mauro Moretti, Le lettere e la storia (pp. 279-306). Ciò solleva, tuttavia, qualche interrogativo circa il carattere effettivamente comparatistico dei contributi raccolti nel volume, se osservati nel loro insieme. Essi si presentano nella generalità dei casi come saggi di considerevole qualità e di obiettivo interesse; ma che, in ragione della disparità dei temi affrontati, solo in piccola parte consentono una lettura comparata dei due sistemi d’istruzione e dei relativi problemi (sebbene ne possano offrire taluni elementi). Resta dunque prevalente, a lettura terminata, il senso di una pregevole comparazione tra due, in parte diverse e in parte convergenti, pratiche storiografiche, piuttosto che di una comparazione tra due storie reali, di cui forse ci sarebbero oggi le condizioni.

Francesco Traniello