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Raoul Pupo, Roberto Spazzali – Foibe – 2003

Raoul Pupo, Roberto Spazzali
Milano, Bruno Mondadori, pp. 253, euro 13,50

Anno di pubblicazione: 2003

Questo agile volume affronta non solo uno dei temi più scottanti della storia d’Italia al confine orientale, ma anche una questione cruciale di carattere nazionale con implicazioni importanti sul piano internazionale. Il lavoro evidenzia il pesante involucro che stringe la nuda realtà dei fatti: con ?foibe? si intende la serie di eccidi dell’autunno 1943 e della primavera del 1945 in numerose località della Venezia Giulia. Ma quel termine, ripreso dalla orografia del Carso, ha assunto da subito una fortissima valenza simbolica, caricandosi di tutto il terrore per una morte violenta e occultata, che non restituì quasi mai alla pietà dei vivi i corpi offesi. Il ricordo dei singoli e delle famiglie si accende per fotografare i lunghi attimi degli arresti brutali o della scomparsa inspiegabile di congiunti o amici. Il ricordo entrò poi nella memoria collettiva senza trovare modo e tempo per attutire il dolore: altre vicende durissime (l’esodo) impedirono ? una volta scompaginato il tessuto delle comunità un tempo residenti nel territorio ? le forme tradizionali di condivisione del lutto e le molte memorie collettive su quegli anni tragici cominciarono reciprocamente a negarsi ogni legittimità. Gli autori sottolineano i grandi sforzi della ricerca storiografica per uscire da questa morsa, e ricostruiscono con precisione i fatti, cercando di far chiarezza su alcuni nodi interpretativi particolarmente ingarbugliati, senza esimersi da una necessaria puntualizzazione sulla tragica conta dei morti, secondo quello che fonti diverse hanno espresso nel tempo. Vendetta, per i soprusi subiti dalle popolazioni giuliane slovene e croate durante il fascismo e poi ancora per l’attacco alla Jugoslavia quando fascisti e nazisti misero a ferro e a fuoco le zone occupate? Solo una resa dei conti finale oppure la scelta politico-strategica della Jugoslavia di Tito di affermarsi come nuova potenza sulla scena europe sedando con nuove conquiste i contrasti interni, eliminando quanti si opponevano a tali obiettivi? Ma alla Jugoslavia non guardava anche il nuovo mondo comunista che rappresentava la speranza dei moltissimi diseredati (non importava la nazionalità) usciti dalla guerra? Gli autori affrontano questi interrogativi con grande intelligenza e con l’umiltà di chi sa di non aver sciolto tutti i dubbi. Quella strage di ?infoibati? (di certo i numeri contano) divenne, ad esempio, genocidio rivolto contro gli italiani, sull’onda di una contrapposizione etnica profonda e antica, semplicemente rovesciata rispetto a quanto era accaduto prima? Nella perversa spirale in cui i popoli vengono lanciati dalle ideologie nazionaliste, tale ipotesi potrebbe reggere. Gli autori mostrano come le contrapposizioni ideologiche (comunismo/anticomunismo) complichino il quadro, impedendo che di genocidio (la parola tremenda del Novecento) si possa senz’altro parlare. Pregevole la scelta dei documenti, delle mappe geografiche, dei temi del dibattito politico-storiografico riportato a corredo del testo: molto utili le schede che, riproponendo gli eventi che precedono il dramma delle foibe, abbracciano la storia del Novecento vissuto in un piccolo lembo di terra attraversata tuttavia dalle vicende simbolo del secolo ?innominabile?.

Anna Vinci