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Ribelli in paradiso. Sacco, Vanzetti e il movimento anarchico negli Stati Uniti

Paul Avrich
Roma, Nova Delphi, 386 pp., € 15,00 (ed. or. Princeton, Princeton University Press, 1991, traduzione, cura e prefazione di Antonio Senta)

Anno di pubblicazione: 2015

Con l’avvicinarsi del novantesimo anniversario dell’esecuzione degli anarchici italoamericani
Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti (23 agosto 1927), viene proposta la prima
traduzione italiana del classico studio di Paul Avrich. La monografia sorvola sulle controverse
vicende giudiziarie che portarono alla loro condanna e sulla mancata revisione del
processo che avrebbe potuto salvarli dalla sedia elettrica. Si conclude con il loro arresto e
fornisce alcune informazioni sulla successiva sorte dei loro compagni.
Il libro si sofferma sull’ambiente politico in cui entrambi si formarono e militarono
e ricostruisce in dettaglio la frastagliata articolazione della corrente antiorganizzativa
dell’anarchismo, ispirata da Luigi Galleani e fautrice dello scontro diretto e cruento con
lo Stato e il capitalismo per mezzo di assassinii e attentati, di cui talvolta restarono vittime
anche passanti incolpevoli. Pur svelando alcuni degli aspetti meno nobili di questo mondo
di rivoluzionari, l’a. non si esprime sull’eventuale colpevolezza o innocenza di Sacco
e Vanzetti, ma delinea come la violenza degli anarchici fosse stata sfruttata dall’amministrazione
federale statunitense già alla fine della prima guerra mondiale per giustificare la
dura repressione del loro movimento.
Tali elementi sono in parte richiamati nella sintetica prefazione di Antonio Senta.
Tuttavia, benché fornisca un succinto profilo dell’a., il curatore non assolve in pieno alla
funzione di presentare il volume al lettore italiano. Il quarto di secolo trascorso dall’uscita
dell’edizione originale avrebbe richiesto un maggiore sforzo per dare conto degli sviluppi
successivi della ricerca. Sebbene ricordi uno studio posteriore di Avrich sull’anarchismo
statunitense, Senta non menziona il fatto che questo adombra il coinvolgimento di Sacco
nella rapina con duplice omicidio per cui fu poi condannato insieme a Vanzetti (Anarchist
Voices, Princeton, Princeton University Press, 1995, p. 133).
Allo stesso modo, Senta accenna alla dimensione transnazionale in cui la storiografia
ha collocato sia la diffusione dei principi dell’anarchismo, sia le manifestazioni di
solidarietà verso Sacco e Vanzetti. Nelle integrazioni bibliografiche, però, tralascia studi
rilevanti in materia, quali le ricerche di Michael M. Topp e di Lisa McGirr, e non si avvede
né che la tesi di dottorato di Marcella Bencivenni, citata come inedito del 2003 (p. 19), è
stata pubblicata nel 2011, né che la letteratura sul terrorismo dinamitardo degli anarchici
italoamericani si è arricchita di lavori significativi come il saggio di Nunzio Pernicone su
Galleani e la monografia di Beverly Gage sull’attentato del 16 settembre 1920 alla Banca
Morgan. La peraltro lodevole iniziativa dell’editore Nova Delphi finisce così per mostrare
criticità che ne limitano la fruizione.

 Stefano Luconi