Cerca

Riccardo Piccioni – Diomede Pantaleoni – 2003

Riccardo Piccioni
Roma, Edizioni dell’Ateneo, pp. 264, euro 48,00

Anno di pubblicazione: 2003

Questa biografia, opera prima di un giovane studioso dell’Università di Macerata, si inserisce nell’ambito della migliore produzione storiografica sui protagonisti del Risorgimento. Di Pantaleoni era noto soprattutto il coinvolgimento nelle trattative sulla questione romana, durante le quali ideò la celebre formula libera Chiesa in libero Stato, e la missione di studio sulle condizioni del Mezzogiorno e della Sicilia nel 1861, ma nel complesso la sua vicenda era rimasta oscurata da quella più nota del figlio Maffeo. Pertanto, il primo merito dell’autore è stato quello di essere tornato sulla sua figura con un’ampia ricerca negli archivi italiani ed esteri, che ha portato all’acquisizione di una notevole documentazione inedita ? una parte della quale è pubblicata in appendice al volume ? in cui spicca, per continuità e contenuti, il carteggio tra Diomede e il padre Pantaleone. Su questa solida base Piccioni ha costruito otto capitoli: il primo è dedicato al padre, avvocato e brigante antifrancese pronto a sfruttare ogni opportunità offerta dal periodo napoleonico per accumulare un patrimonio fondiario; gli altri alla vita di Diomede, dalla nascita a Macerata nel 1810 fino alla scomparsa, a Roma, nel 1885. Collaboratore di Massimo d’Azeglio nella stesura della Proposta d’un programma per l’opinione nazionale italiana, poi deputato nel ’48 romano impegnato nella disperata ricerca di un accordo con Pio IX, dopo la sconfitta evitò l’esilio e svolse una funzione delicatissima nella denuncia all’opinione pubblica europea della tragica situazione del malgoverno borbonico e pontificio. Con Cavour Pantaleoni collaborò tardi, ma di nuovo in maniera decisiva, consigliandogli l’invasione dello Stato Pontificio e poi nelle trattative con il Papato e Napoleone III, su cui si fondò la posizione separatista e si delineò lo schema di accordo adottato con la Convenzione di settembre. Costretto a esulare, scelse di trasferirsi a Nizza per continuare a esercitare la professione di medico delle minoranze e dei turisti che gli garantiva cospicui guadagni e preziosi contatti internazionali. Dopo il viaggio alla scoperta della questione meridionale, si rese ancora utile nel 1870, incaricato da Visconti Venosta di una missione ufficiosa a Parigi.
Oltre alla ricostruzione del ruolo avuto dal personaggio nelle fasi salienti del processo di unificazione, Piccioni svolge un’acuta e articolata analisi delle caratteristiche del pensiero moderato, che costituisce la parte meglio riuscita del libro: in particolare riguardo alla formazione del giovane Diomede, in cui risalta la centralità della nascente cultura positivista ? sia sul versante degli studi medici, sia su quello degli interessi storiografici ? nella definizione di un metodo di analisi della realtà che orientò costantemente le sue scelte politiche; e attraverso l’indagine dei concetti chiave di progresso, incivilimento, secolarizzazione. Da tutto ciò deriva la piena conferma dell’esattezza dell’intuizione di Cavour, che aveva visto nel medico di Macerata una sorta di quintessenza del moderatismo.

Silvano Montaldo