Cerca

Roger Eatwell – Fascismo. Verso un modello generale – 1999

Roger Eatwell
Pellicani, Roma

Anno di pubblicazione: 1999

Fin dagli anni cinquanta e sessanta si è cercato, nell’ambito delle scienze sociali soprattutto anglosassoni, di definire i caratteri di un “fascismo generico”, di un idealtipo che riassumesse le caratteristiche essenziali dei regimi e movimenti fioriti in Europa tra le due guerre, e anzi – secondo alcuni – delle correnti in qualche modo “fasciste” sviluppatesi anche successivamente. Un approccio del genere – che ha sempre suscitato la diffidenza di molti storici – ispira questi saggi di Roger Eatwell, un autore il cui nome è sostanzialmente sconosciuto in Italia benché sia ormai molto presente nelle discussioni internazionali sull’argomento. Eatwell intende proporre un nuovo modello di fascismo a partire dalla enorme massa di ricerche su singoli movimenti e regimi che si sono sviluppate negli ultimi decenni. Al centro sta l’idea che nel fascismo sia essenziale l’aspetto ideologico, contrariamente al giudizio ancora assai diffuso secondo cui ideologicamente i movimenti di tipo fascista non sarebbero stati altro che un insieme di opinioni incoerenti. Questa premessa è senz’altro da condividere; così come lo sono molte singole affermazioni presenti nei saggi (da segnalare in particolare la discussione dei principali “modelli” di fascismo elaborati negli ultimi anni da Zeev Sternhell, Roger Griffin, Stanley G. Payne). Così, va anche riconosciuto che il volume, e l’approccio generalizzante di Eatwell, possono risultare senz’altro utili per una storiografia come quella italiana che a volte tende ad appiattirsi sul racconto dei fatti (magari preceduti da una premessa “militante”).
Tuttavia, l’ampliamento dell’accezione di fascismo che è al centro del tentativo di Eatwell non convince. Soprattutto perché un tale ampliamento (il “fascismo” di Eatwell prescinde dal contesto storico-geografico dell’Europa tra le due guerre) finisce col diluire le caratteristiche dei concreti “fascismi storici”. Si prenda il caso della stessa comparazione tra fascismo e nazionalsocialismo: Eatwell ricorda le differenze sul piano ideologico tra l’uno e l’altro, giungendo però ad affermare che il determinismo biologico non era centrale nel caso tedesco. Qui, evidentemente, la volontà di costruire un “fascismo generico” induce a porre in secondo piano un aspetto centrale del nazismo, al quale era strettamente correlato l’antisemitismo, perché quell’aspetto non era egualmente presente nell’ideologia fascista e in quella nazionalsocialista. Ma in tal modo è lo studioso che finisce con l’attribuire maggiore o minore peso ai differenti aspetti dell’ideologia “fascista” a seconda delle necessità del “modello” che sta elaborando.

Giovanni Belardelli