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Rom in Aufruhr. Soziale Bewegungen im Italien der 1970er Jahre

Matthias Heigl
Bielefeld, Transcript, 542 pp., € 49,99

Anno di pubblicazione: 2016

Dello studio di Matthias Heigl sulle turbolenze sociali che attraversarono Roma
negli anni ’70 colpisce soprattutto l’approccio metodologico: la scelta di comporre un
collage storico combinando tra loro quattro tessere, ognuna delle quali offre un’analisi
microstorica di uno specifico contesto di azione collettiva. Sotto la lente d’ingrandimento
della ricerca l’a. pone – seguendo criteri di selezione dei casi non propriamente rigorosi
ma condivisibili – le iniziative dei Comitati di quartiere per l’equo canone in particolare
alla Nuova Magliana; il movimento di occupazione delle case culminato nel 1974; il
Settantasette; l’esperienza del Centro per l’aborto assistito presso il Policlinico di Roma,
promosso da diversi collettivi femministi nell’estate 1978 per orientare e sostenere l’applicazione
della legge 194 appena entrata in vigore.
Il taglio metodologico dell’a. segue ovviamente il suo preciso interesse conoscitivo,
il quale rielaborando teorie e concetti dell’azione collettiva proposti dalle scienze sociali
(Pierre Bourdieu, Manuel Castells e Martina Löw in particolare) con studi storici ancora
esemplari (Edward P. Thompson) si focalizza sul farsi dei movimenti sociali attraverso
lotte concrete, il cui senso si esprime pienamente solo nella prassi e nello spazio in cui si
compiono. Nell’intento di ricostruire lotte sociali «dal basso» lo studio è di conseguenza
interamente basato su fonti prodotte dai soggetti mobilitati e su testimonianze orali, scelta
non priva di rischi ma che l’a. governa con consapevolezza critica.
Ne risulta un’analisi estremamente dettagliata e rigorosa delle singole situazioni di
lotta osservate, ma la rilevanza di ogni caso si coglie pienamente ponendolo in relazione
con le altre tessere del collage. Avvicinandole l’una all’altra l’a. riesce a offrire un taglio
diacronico dei conflitti sociali romani che rende conto della complessità di quel periodo
oltre a stimolare una riflessione di più ampio respiro sulla storia sociale, culturale e politica
dell’intero paese. Il contesto romano è al contempo emblematico ma anche particolarmente
significativo dei mutamenti in corso in quel decennio: emblematico perché
è attraversato da problemi riguardanti l’intero paese, mentre il suo particolare significativo
deriva dall’essere privo del tessuto industriale in cui erano culminati i conflitti di
fine anni ’60. Essendo privo di quello spazio sociale rappresentato dalla grande fabbrica
fordista riesce a esprimere in maniera più trasparente che altrove il mutamento di scenario
sociale che si sta compiendo, così come emblematicamente emerge dagli eventi
traumatici, per il sindacato e la sua storia, simboleggiati dalla «cacciata» di Lama proprio
dall’Università di Roma.
Sulla lettura del collage romano all’interno del più ampio contesto nazionale Heigl
propone alcune considerazioni stimolanti purtroppo solo a conclusione del suo lavoro,
ma si tratta di un limite analitico imposto dallo stesso approccio metodologico che l’a. ha
seguito. Auguriamoci allora che altri collage possano aiutarci ad arricchire il complesso
affresco storico sul decennio ’70 in Italia.

Marica Tolomelli