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Salvatore Ciriacono – La Rivoluzione industriale. Dalla protoindustrializzazione alla produzione flessibile – 2000

Salvatore Ciriacono
Bruno Mondadori, Milano

Anno di pubblicazione: 2000

Una agile ma esauriente sintesi espositiva delle problematiche relative alla rivoluzione industriale, che può rappresentare un valido supporto didattico per l’insegnamento della storia economica contemporanea. Il volume raccoglie le suggestioni interpretative della più recente storiografia sul tema (ad esempio il concetto di rivoluzione industriosa), senza tuttavia dimenticare le analisi classiche, piuttosto inserendole all’interno di un dibattito storiografico che sembra destinato a perpetuarsi in eterno. Senza pretendere di aggiungere revisione alle revisioni, l’autore dichiara la propria opinione alla fine dell’ultimo capitolo, affermando che “ci si sia trovati di fronte, in una prospettiva storica di lungo periodo, a un cambiamento radicale”, che ha rivestito, con parole dell’autore, la transizione da un’economia di sussistenza a un’economia di mercato, permesso la crescita esponenziale della popolazione inglese e mondiale, introdotto nuovi strumenti finanziari, modificato il rapporto tra lavoro e tempo libero, influenzato i rapporti sociali introducendovi una spiccata competitività. Queste conclusioni danno buon conto della letteratura internazionale specializzata sui temi del rapporto agricoltura-industria, del macchinismo e della tecnologia, della protoindustria, dei sistemi bancari e finanziari, del consumo e delle condizioni di vita, fino ai distretti industriali ed alla produzione flessibile, a cui l’autore attribuisce il ruolo di paradigma alternativo da cui guardare a molte delle problematiche sollevate dal dibattito storiografico. Tuttavia, se una critica è lecita al non semplice lavoro di sistematizzare/aggiornare un argomento dalle infinite sfaccettature come quello scelto da Ciriacono, questa consisterebbe nella forse eccessiva autoreferenzialità del discorso, che rimane tutto interno al dialogo tra storici della rivoluzione industriale inglese, tutt’al più allargato alle varianti europee e nordamericana. Un punto di vista, se non nuovo, per lo meno “diverso”, può essere dato, a mio avviso, soltanto guardando alla rivoluzione industriale all’esterno delle categorie storiografiche fin qui accreditate. Una di queste è certamente quella storico-ambientale, quasi del tutto assente nel libro, che pure ha prodotto significative riletture del processo di industrializzazione e dei suoi effetti, considerandolo il responsabile della principale trasformazione storica dell’età contemporanea: quella che riguarda il rapporto tra la popolazione mondiale e le risorse del pianeta, coinvolgendo i modelli di sviluppo e, di conseguenza, tutti quei fattori che sono tradizionalmente inclusi nell’analisi degli storici (tecnologia, consumi, finanze, politiche economiche, istituzioni e così via), seppure in un’ottica radicalmente diversa.

Stefania Barca