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Sandi Volk – Esuli a Trieste. Bonifica nazionale e rafforzamento dell’italianità sul confine orientale – 2004

Sandi Volk
Udine, Kappa Vu, pp. 370, euro 17,00

Anno di pubblicazione: 2004

Il volume ripropone il tema dell’esodo degli italiani dall’Istria e dalla Dalmazia, avvenuto dopo la seconda guerra mondiale, in una chiave finora inedita per la storiografia italiana, che qui affronta la strumentalizzazione dei profughi/esuli attuata dallo Stato italiano attraverso particolari politiche di insediamento mirato. Una scelta non facile, ma pienamente riuscita, che contribuisce a far cadere i numerosi stereotipi finora usati nel contrastato dibattito sulle interpretazioni dell’esodo istriano: interpretazioni offerte dalle storiografie italiana, slovena e croata, e rivolte a tale questione ?in termini quasi esclusivamente di storia politica, cosa che se da un lato è funzionale alle esigenze della politica dei paesi coinvolti, dall’altro limita, e di molto, la possibilità di comprendere a fondo il fenomeno? (p. 28). L’enorme messe di fonti edite e inedite (dall’ACS di Roma agli archivi dell’In?titut za narodnostna vpra?anja di Lubiana) permette all’autore di esaminare con competenza la realtà istriana da una prospettiva più ampia e di ricostruire le diverse tappe dell’esodo, così come le sue conseguenze sul tessuto sociale ed etnico delle terre situate al confine orientale.
Il libro si compone di due parti. Dalla prima (capp. I-IV) emergono il peso che la questione dell’esodo rivestì nella politica per il ?rafforzamento della lealtà allo Stato italiano? della popolazione delle zone di confine. Si evidenzia quindi il ruolo dell’apparato (DC e suoi alleati, organizzazioni dei profughi, enti ed uffici statali, legislazione) che gestì in Italia la questione dei profughi: Ufficio Zone di confine, CLN dell’Istria, Opera per l’assistenza ai profughi giuliano e dalmati, Associazione nazionale Venezia Giulia, Unione degli Istriani, Movimento istriano revisionista ecc. Si prendono in esame le pratiche utilizzate: la costruzione di un’identità profuga, la sistemazione abitativa dei profughi nelle zone del paese dove lo Stato italiano non godeva di molte simpatie, o nei territori di confine dove vivevano popolazioni appartenenti ad altre nazionalità. Tale questione trova spazio nella seconda parte (capp. V-IX) attraverso l’approfondimento dell’insediamento dei profughi a Trieste e nel suo circondario a maggioranza slovena, dal crollo dello Stato italiano (settembre 1943) fino al ritorno della ex Zona A all’Italia.
In complesso, la proposta di Volk colpisce nel segno e fa riflettere. Qualche volta, però, l’autore si fa forse prendere un po’ troppo la mano, quando rimangono sullo sfondo le forme di gestione dell’esodo attuate dai poteri popolari jugoslavi. Consigliamo la lettura di questo volume innanzitutto come contravveleno al sempre più evidente fenomeno di uso politico e di semplificazione mediatica della storia dei tragici eventi che hanno lacerato la vicenda del confine orientale d’Italia (foibe, esodo).

Monica Rebeschini