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Santi Fedele – La massoneria italiana nell’esilio e nella clandestinità, 1927-1939 – 2005

Santi Fedele
Milano, Franco Angeli, pp. 201, euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2005

Il 20 novembre 1925 il Senato approvò definitivamente la legge sulla Regolarizzazione dell’attività delle associazioni, meglio nota come ?legge contro la massoneria?. Subito dopo i dirigenti del Grande Oriente d’Italia (GOI) e della Gran Loggia di piazza del Gesù disciolsero tutte le logge alla loro obbedienza. Che ne fu, dopo di allora, di un sodalizio che dal 1859 in avanti aveva espresso una parte consistente della classe dirigente del paese, compresi cinque presidenti del Consiglio e innumerevoli ministri e deputati? Quale atteggiamento tennero nei confronti del regime i circa ventimila massoni che ancora nel 1925 annoverava l’obbedienza di Palazzo Giustiniani?
A queste domande il libro di Santi Fedele offre risposte esaurienti, gettando luce sulle vicende della massoneria italiana nell’esilio e nella clandestinità. Queste furono infatti le uniche alternative che si pararono di fronte ai massoni più in vista rispetto alla sottomissione incondizionata al regime. Altri, come il gran maestro Domizio Torrigiani, optarono invece per una coraggiosa testimonianza di opposizione al regime in patria e pagarono con il carcere e il confino questa loro scelta. Il grosso dei ventimila aderenti al GOI cessò invece ogni attività massonica e condivise l’atteggiamento dei rispettivi gruppi sociali di appartenenza, quei ceti di piccola e media borghesia del commercio, degli impieghi, delle professioni, che aderirono al regime e si identificarono con le sue logiche, oppure si chiusero in un atteggiamento di riservatezza e di prudente distacco.
Ancora negli anni Trenta, peraltro, non mancarono nella penisola segnali di attivismo massonico, indizio eloquente della volontà di sopravvivenza dell’istituzione di fronte alle misure persecutorie del regime. Su di essi l’autore indaga con acutezza, utilizzando le fonti di polizia depositate nell’Archivio centrale dello Stato e intrecciandole con altri importanti nuclei documentari conservati presso l’Archivio storico del GOI. Ma è soprattutto sulle vicende del fuoruscitismo liberomuratorio che l’autore si sofferma con maggiore interesse, offrendo un panorama chiaro del contributo dato dai massoni al movimento antifascista e alle sue varie articolazioni organizzative: in Francia attraverso la Lega italiana dei diritti dell’uomo e il GOI ricostituito in esilio, a Londra con la Loggia Ettore Ferrari, a Lugano e a Ginevra con l’attività di massoni come Pacciardi e Chiostergi, in Argentina e in Tunisia, luoghi dove tradizionalmente le colonie di emigrati italiani avevano dato vita a robusti insediamenti massonici di fede democratica. Il libro documenta anche i non facili rapporti che i liberi muratori italiani dell’esilio ebbero con le obbedienze massoniche straniere, pronte a soccorrere individualmente i confratelli, ma assai poco inclini da un lato a prendere apertamente posizione contro i regimi liberticidi affermatisi in Europa, dall’altro a veder sorgere sul proprio territorio istituzioni massoniche autonome, tanto più se queste pretendevano di mantenere una connotazione nazionale, come volle fare il GOI rifondato nel 1930 a Londra e subito trasferito a Parigi.

Fulvio Conti