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Silvia Benussi – Le donne afro-americane negli Stati Uniti. La lunga lotta per i diritti civili – 2007

Silvia Benussi
Milano, FrancoAngeli, 176 pp., Euro 16,00

Anno di pubblicazione: 2007

Contrariamente a quanto molti immaginano, il movimento per i diritti civili negli Stati Uniti non fu solo il risultato dell’impegno di quegli uomini afroamericani con i loro completi grigi, i Martin Luther King, i Malcom X, che vediamo nelle foto dell’epoca. Quel movimento si è appoggiato anche su un’antica e fitta rete di attività di sensibilizzazione e organizzazione i cui snodi erano donne afroamericane diverse per estrazione sociale, cultura e occupazione, cresciute nella memoria della schiavitù e nell’esperienza, umiliante e terrificante per tutti i neri, della segregazione. Raramente apparivano nelle foto e il loro contributo è stato a lungo disconosciuto. Nell’ultimo quarto di secolo la storiografia statunitense ha colmato questa lacuna: la storia sociale e politica delle donne afroamericane è ormai un affermato campo di studi. Ricerche come quelle di Patricia Hill Collins e Darlene Clark Hine hanno mostrato come la storia di genere illumini l’economia politica della comunità nera e la formazione di una identità di genere diversa da quella delle donne bianche.Il merito dell’agile libro di Silvia Benussi – ventidue capitoletti composti ognuno di cinque-otto pagine – è di rendere accessibile almeno in parte questa produzione a un pubblico italiano. Il volume riesce a coniugare brevi sintesi storiche, che contestualizzano origini e sviluppi del movimento, alle note sui personaggi femminili più impegnati. La brevità del testo costringe a una trattazione semplificata di un tema complesso, ma l’a. mette in risalto alcuni importanti risultati storiografici: l’intreccio fra razzismo, sessualità e minacce ai diritti costituzionali (pp. 27-28), la reciproca influenza di esperienze sociali e politiche fra donne bianche e donne nere, la relazione fra oppressione del popolo nero e soggezione di vari gruppi sociali al potere maschile bianco. Il «nuovo orgoglio» delle donne nere (p. 49), le loro capacità organizzative, l’elaborazione di forme della politica alternative alla politica maschile le resero protagoniste della storia dell’emancipazione afroamericana, creando tensioni all’interno della comunità stessa e del movimento e suscitando l’antagonismo della componente maschile. Il femminismo delle donne nere si trovò così a declinare priorità diverse dal femminismo delle bianche (pp. 129-135).Il testo, che si basa sulla storiografia statunitense e non su materiale originale, è arricchito da alcune fonti congressuali e sentenze della Corte Suprema, non in bibliografia. Una descrizione della storia sociale ed economica delle afroamericane e un minimo di dati quantitativi avrebbero aiutato a comprendere meglio la forza delle attiviste nere, la loro diversità dalle donne bianche e l’origine di alcune loro culture politiche innovative. Anche una riflessione sul loro contributo intellettuale sarebbe stata auspicabile, così come una periodizzazione più attenta alla relazione fra personaggi ed eventi. Il volume peraltro ci sembra si adatti bene all’utilizzo in corsi universitari, ed è di scorrevole lettura nonché generoso nell’offerta di spunti di riflessione.

Maria Susanna Garroni