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Speranze d’Italia. Illusioni e realtà nella storia dell’Italia unita

Ernesto Galli Della Loggia
Bologna, il Mulino, 325 pp., € 24,00

Anno di pubblicazione: 2018

Il titolo del libro riprende quello di Cesare Balbo del 1844, auspicando anche nel tempo presente – «intriso di un senso di fallimento e di sconfitta» (p. X) – una riparten- za per il nostro paese. Ci si interroga sul rapporto tra processi storici e loro narrazione nel discorso pubblico. Si susseguono testi scritti tra il 1980 e il 2010. Si muove dal Ri- sorgimento e dai dilemmi intrinseci alla costruzione dell’Italia unita. Di sicura attuali- tà storico-culturale è la «ricognizione di tipo geopolitico»: «Milano e Napoli: per una complessa serie di ragioni le due città simbolo del Nord e del Sud del Paese restano in sostanza fuori del mainstream dell’unificazione» (p. XI). Il Risorgimento appare come una «vera e propria cellula germinale del nostro percorso storico»; emerse un «vero e proprio primato della politica» (p. XIII). Ne è conseguita la fisionomia del sistema politico: «il primo obiettivo di quel liberalismo è stato […] di fondarlo lo Stato, non di difendersi da esso» (p. XV). Corrispose la perdurante mancanza di un polo conservatore: «invano si cercherebbe se e come questo rapporto con il passato […] possa avere influito su certa modernità italiana» (p. XVI).
Si insiste sul rilancio di una storia delle idee. Le culture politiche novecentesche «hanno avuto origine dall’interpretazione del passato, e in particolare di quello risorgi- mentale». Ecco allora il condivisibile invito a riscoprire «una realtà di collegamenti sotter- ranei, di contaminazioni e di genealogie imprevedibili» (p. XIX), accomunanti le declina- zioni della «volontà collettiva nazional-popolare» (secondo l’accezione gramsciana): con esiti «in qualche modo dominati da una cifra populistica (di un populismo vero, quando il popolo esisteva ancora)» (p. XIX). Riecheggiano i sempre stimolanti percorsi di storia culturale della politica di Carlo Tullio Altan (Populismo e trasformismo. Saggio sulle ideolo- gie politiche italiane, Feltrinelli 1989).
Inteso a promuovere quella nuova linea interpretativa che l’a. auspica è il secondo dei saggi inediti, incentrato sulla Nascita di una democrazia difficile (pp. 113-128). Se i testi degli anni ’90 insistevano nel rimarcare che «la democrazia italiana nasce senza la nazione» (p. 116), si evidenzia l’ancoraggio sociale e popolare delle culture politiche: «è stato per merito in gran parte della mediazione statalista e di livelli di sviluppo di benes- sere che essa è riuscita a ottenere prima che negli anni Ottanta ripiegasse su se stessa, se la democrazia repubblicana è riuscita a conquistarsi un crescente consenso» (p. 124). Un dilemma rimase però incompiuto: «Invece di una cultura realmente democratica e di una cultura dello Stato, la democrazia si è trovata così ad avere una fortissima ed estesissima cultura della politica» (p. 125). «Un primato che è restato tale fino a oggi quando, ormai risoltosi in un dominio soffocante dei partiti, esso produce un’ondata eguale e contraria di antipolitica» (p. XIII). Ecco perché «ci serve un’altra storia, per tornare ad abitare il futuro» (p. XX).

Maurizio Ridolfi