Cerca

Stefano Vitali – Passato digitale. Le fonti dello storico nell’era del computer – 2004

Stefano Vitali
Milano, Bruno Mondadori, pp. 228, euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2004

La prima parte del volume prende le mosse dalle iniziali esperienze di applicazione dell’informatica alla ricerca storica, quelle dei mainframe degli anni Sessanta e Settanta, e ne segue rapidamente il percorso fino agli anni recenti, con l’avvento del personal computer, l’?emancipazione? dalla storia quantitativa e il coinvolgimento a tutto tondo del lavoro dello storico. Affronta dunque in modo analitico i problemi metodologici derivanti dall’uso dei database e dei linguaggi di marcatura nel trattamento delle fonti storiche, nel contesto di una evoluzione tesa a preservare sia l’efficienza dell’automazione che l’identità del documento. L’autore insiste correttamente sulla diversa natura della fonte che scaturisce dalle procedure di ricerca e di trattamento informatico, una fonte nuova ?alla quale lo storico deve guardare con strumenti critici e metodi d’analisi rinnovati? (p. 65).
La seconda parte ci racconta un’altra storia, quella iniziata nei primi anni Novanta con l’avvento di internet. Il passaggio ?dalla fonte alla risorsa? segna un mutamento profondo (ancora da indagare) nello statuto scientifico e nell’organizzazione della disciplina. L’attenzione si concentra sulle strategie di reperimento delle risorse digitali, nei suoi sorprendenti e fecondi aspetti di intelligente casualità (serendipity), o nei percorsi strutturati dagli strumenti della ricerca digitale (motori di ricerca e repertori). Un’attenta analisi è dedicata alla trasposizione in ambiente digitale delle fonti storiche tradizionali e dei testi, le cui strategie rilevano un carattere non neutro, in grado cioè di condizionare ?le soluzioni tecnologiche adottate e le scelte culturali compiute? (p. 3), fino ai risultati prodotti.
La terza parte entra nel merito dei problemi metodologici che gli storici affrontano, e sempre più affronteranno, nell’uso delle risorse digitali come fonte della ricerca. L’autore tenta di definire gli elementi per una nuova critica delle fonti, attraverso un proficuo dialogo con la tradizione storiografica e una rigorosa analisi dei caratteri delle fonti digitali, indagati anche tramite una messa in discussione della capacità euristica delle categorie da tempo acquisite (stabilità del testo, autenticità, verificabilità) e negli aspetti tecnici e politici della selezione e della conservazione.
Si potrebbero criticare l’assenza o lo scarso spazio dato ad alcuni temi (quali la narrazione o il rapporto tra innovazione tecnologica e contenuti culturali) e, viceversa, l’attenzione talvolta eccessiva per alcuni aspetti specialistici dell’ambito archivistico; ma il dato da evidenziare è che questo libro rappresenta la sintesi più alta e più qualificata di un percorso di riflessione che, non a caso, ha finora coinvolto prevalentemente il mondo degli archivi e delle biblioteche ? attingendo in modo intelligente dall’umanistica informatica e dalla scienza dell’informazione ?, e ha visto poco presenti gli storici, e quasi assenti gli storici contemporaneisti. Vitali, archivista di grande esperienza e vera autorità nei progetti di informatizzazione, ha il merito di aver affrontato il tema con ampio respiro storiografico, offrendo un segnale che spero sia raccolto.

Giancarlo Monina