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Storia dell’Egitto. Dalla conquista araba a oggi

Massimo Campanini
Bologna, il Mulino, 278 pp., € 20,00

Anno di pubblicazione: 2017

Massimo Campanini, già docente di Storia dei paesi islamici all’Università di Trento, offre un tributo di conoscenza e simpatia alla storia del paese che lo ha avvicinato alla civiltà islamica. Nella prima parte è affrontata la storia «medievale» dell’Egitto in una dilatazione che comprende l’età ottomana; nella seconda, il periodo che va da Muhammad ’Ali all’attuale presidente al-Sisi. La linea di lettura è duplice: da una parte è attenta alla storia delle istituzioni politiche e religiose, dall’altra, al pensiero filosofico e politico. Alla fine di ogni capitolo, le note costituiscono una sorta di bibliografia ragionata sui temi e le interpretazioni principali degli argomenti trattati.
Spartiacque tra la fase «medievale» e quella moderna è considerato in maniera convenzionale il 1798, l’anno della spedizione di Napoleone in Egitto. Seppure nel tardo periodo ottomano si fossero già manifestati segnali di novità in diversi campi, dall’economia al pensiero religioso, è a seguito della presenza francese che il paese si avvia con maggiore decisione su un cammino di riforme e modernizzazione sotto l’iniziale impulso di Muhammad ’Ali (pp. 127-130). Qui l’a. ridimensiona le valutazioni di altri studiosi come Gran, ma anche altri, che ritengono si debba anticipare alla metà del ’700 l’avvio della modernizzazione in Egitto.
Opportuna la riflessione dedicata dall’a. ai movimenti culturali e religiosi sviluppatisi negli anni ’30 del ’900 perché costituiscono le premesse non solo della radicalizzazione islamista successiva ma anche dell’evoluzione di un pensiero «laico», aperto a molte istanze moderne (la questione di genere, il rinnovamento del pensiero religioso, il rapporto tra modernità e tradizione, politica e religione, ecc.). Interessante è su questo punto la ricostruzione del dibattito sul califfato a seguito della sua abolizione da parte della Turchia kemalista (pp. 170-174). Nel racconto della genesi dei Fratelli Musulmani, l’a. allarga la prospettiva a studiosi che di recente ne hanno rimarcato il carattere mistico e la tensione etica e sociale che fanno di questo movimento un esempio di «attualizzazione del messaggio religioso» (p. 176).
Nel narrare della Rivoluzione degli Ufficiali Liberi, l’a. offre un contributo di analisi originale sulla figura di Nasser e dell’esercito che, interprete della volontà popolare, intese realizzare una rivoluzione politica ma anche sociale, aspetto che il leader egiziano riteneva prioritario. Il sogno mancato di Nasser, per l’a., era quello di riformare lo Stato per riformare la società (p. 202). Il fallimento di quell’esperienza portò a un «vuoto politico e ideale che solo due forze potevano riempire: i militari e/o l’Islam» (p. 198). Con questa affermazione l’a. anticipa il suo giudizio sulle evoluzioni più recenti della storia egiziana, in cui Mubarak ha realizzato una «monarchia repubblicana», solo scalfita dalla Primavera araba e ora nuovamente in mano all’esercito.
Campanini si conferma un profondo conoscitore della storia mediorientale nei suoi intrecci tra politica e religione.

Paola Pizzo