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Storia dell’Italia moderata. Destre, centro, anti-ideologia, antipolitica nel secondo dopoguerra

Eugenio Capozzi
Soveria Mannelli, Rubbettino, 300 pp., € 19,00

Anno di pubblicazione: 2016

Il volume raccoglie la lunga riflessione dell’a. su temi e personaggi che hanno caratterizzato
il côté destro dello schieramento politico italiano negli anni del secondo dopoguerra
e, segnatamente, dalla guerra di Liberazione fino agli anni ’80. Attraverso una
serie di saggi, alcuni già parzialmente pubblicati, si dà voce a vicende spesso trascurate
dalla storiografia italiana che, solo negli ultimi anni, ha posto l’attenzione su quelle forze
politiche, uscite sconfitte dalla guerra, che erano state collocate, e si erano collocate, ai
margini dell’arco costituzionale repubblicano. In tal modo, l’a. spazia dal campo liberale-
monarchico, affrontando la vicenda politica di personaggi come Roberto Lucifero
e Achille Lauro, passando per l’atteggiamento delle destre italiane verso la costruzione
europea, fino al mondo cattolico, concentrandosi su alcuni personaggi che sicuramente
si collocarono alla destra dello spettro politico della Dc, come don Lorenzo Giussani,
Bartolo Ciccardini e Gianni Baget Bozzo, non trascurando la partecipazione delle bande
partigiane bianche alla Resistenza.
Questi saggi sono tenuti insieme da un corposo e inedito saggio introduttivo, in
cui l’a. cerca di delineare concettualmente il tema del moderatismo nella storia d’Italia,
partendo dal processo risorgimentale per arrivare al governo Renzi e oltre. Il punto di
partenza di questo notevole sforzo ricostruttivo è che nella storia italiana le forze e i protagonisti
collocati sulla destra dello schieramento politico mai si sono definiti conservatori,
preferendo considerarsi moderati. Condizione, questa, tanto più vera dopo la conclusione
del secondo conflitto mondiale dove nessun partito si autodefinì conservatore per tema di
essere schiacciato nella delegittimazione che tutta la destra politica scontò nell’immediato
secondo dopoguerra.
Caratteristiche ricorrenti del moderatismo, secondo l’a., sono l’anticomunismo,
l’antiideologismo e una certa tendenza antipartitocratica, con una spiccata insofferenza
verso le istituzioni che lo ha portato ad assecondare riforme che cercassero di modificare la
democrazia parlamentare. Questi caratteri, presenti nel moderatismo italiano, ritornano
come un fiume carsico nella storia d’Italia, emergendo, spesso, in momenti di crisi del
sistema politico. Un moderatismo, però, che proprio moderato non appare e, forse, non
è stato e che ha utilizzato questo termine per nascondere, a tratti, un non riconoscersi
nell’assetto politico e istituzionale realizzatosi a partire dal 1946. In effetti, i personaggi
analizzati nel volume solo per certi versi possono definirsi moderati, nel loro stile di vita
come nella loro proposta politica, presentandosi, altresì, come elementi a tratti poco integrati
nelle istituzioni e nella società italiana del secondo dopoguerra.
Un moderatismo, dunque, quello descritto dall’a. che si avvicina più a un conservatorismo
debole, critico e arrabbiato verso l’ordine costituito, che al moderatismo che si riconobbe
per quasi cinquant’anni nella Balena bianca e nel più ampio arco costituzionale.

 Andrea Ungari