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Storia ed evoluzione dell’islamismo arabo

Laura Guazzone (a cura di),
Milano, Mondadori Università, 362 pp., € 26,00

Anno di pubblicazione: 2015

Il volume presenta i risultati di un progetto di ricerca biennale finanziato dalla Sa- pienza – Università di Roma e diretto da Laura Guazzone. I dieci capitoli che lo compon- gono, in larga parte basati su dati empirici raccolti in Marocco, Tunisia ed Egitto, fanno luce su un fenomeno sfaccettato e plurale come quello dell’islamismo.
Il primo capitolo (Guazzone) fornisce un inquadramento teorico e metodologico, problematizzando il significato di espressioni come «islam politico», «radicalismo islami- co», «attivismo islamico», «jihadismo» e «salafismo». Ognuno di questi concetti, ben ana- lizzati, da una prospettiva diacronica, anche nel secondo capitolo a firma di Campanini, vengono sovente discussi nel contesto del dibattito sulla relazione tra islam e democrazia: una controversia fuorviante basata aprioristicamente su categorie non storicamente defi- nite, che presuppongono l’esistenza di «una» democrazia e di «un» islam (p. 12).
In questo senso uno dei maggiori meriti del volume è quello di chiarire, da diverse
«angolazioni» disciplinari, il valore delle interpretazioni storiche in rapporto al modo in cui viene applicata la legge islamica (shari’a). Tutti i capitoli, in particolare quelli a firma di Pioppi, Longo, Granci e Merone, gettano infatti luce sulle variegate opinioni espresse all’interno di un ampio numero di movimenti islamisti, nonché sul modo in cui temi complessi come ad esempio quello dei diritti delle donne (Pepicelli) o delle minoranze sono stati percepiti nel contesto della loro evoluzione storica.
Il filo conduttore che unisce i vari contributi è dunque rintracciabile nello sforzo di contestualizzare in modo critico il fenomeno dell’islamismo nelle sue variabili geografi- che, storiche e concettuali, relegando le comuni matrici ideologico-organizzative dei mo- vimenti a un ruolo secondario. Ciò ha permesso agli aa. di trarre alcune considerazioni di grande attualità. Bredi, ad esempio, ha argomentato in modo convincente che non esiste una modalità non contraddittoria dell’applicazione della shari’a da parte di uno Stato mo- derno. Paciello, d’altro canto, ha fatto luce sulle modalità attraverso cui movimenti come ad esempio Ennahda in Tunisia e i Fratelli musulmani in Egitto, storicamente mossi da ideologie anti-sistemiche, abbiano fallito nei loro tentativi di elaborare «alternative isla- miche» alle politiche economiche neoliberiste, adottando programmi a sostegno di uno status quo basato sull’ineguaglianza economica e le gerarchie sociali.
La presenza di alcune valutazioni conclusive avrebbe potuto aiutare il lettore a legare i risultati delle ricerche prodotte nei diversi capitoli al più generale dibattito sull’islam politico. Nel complesso si tratta comunque di un lavoro di spessore che offre un contri- buto notevole, e in più parti innovativo, alla letteratura specialistica pubblicata in Italia su queste tematiche.

Lorenzo Kamel