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Una vita per l’infanzia. Il Pio Istituto di Maternità di Milano: un’esperienza di 150 anni

Davide Boati, Rosario Cavallo, Giorgio Uberti (a cura di)
Milano, FrancoAngeli, 134 pp., € 13,00

Anno di pubblicazione: 2017

Nel 1850 veniva aperto il primo ricovero per lattanti, che sarebbe poi divenuto il
Pio Istituto di Maternità di Milano. Due nomi per ricordare coloro che diedero vita nel
1850 al primo asilo: Giuseppe Sacchi e Laura Solera Mantegazza, alla tenacia dei quali
si deve l’avvio di questi particolari Istituti. Il volume ne ripercorre le tappe fondamentali
attraverso alcuni saggi di sicuro interesse sulle origini, le motivazioni sociali e i modelli ai
quali l’Istituto si ispirò all’atto della fondazione, e sulla successiva evoluzione.
L’Introduzione di Edoardo Bressan offre una panoramica generale della rete assistenziale
a Milano tra XIX e XX secolo, e introduce il concetto dell’importante ruolo che il
gruppo dirigente cittadino, sia in ambito ecclesiastico, sia in ambito laico, ha svolto progressivamente
nel largo raggio dell’assistenza e dell’azione caritativa cittadine. Lo stesso
concetto è stato ripreso nel saggio di Emanuele Colombo, secondo il quale con i lasciti
e le eredità agli enti benefici, ci fu un fenomeno di «travaso» della società civile entro le
istituzioni di assistenza e carità, soprattutto per il trasferimento di idee e di impulsi dai
quali nacque una delle realtà italiane più impegnate nel sociale.
Un punto di interesse, sia nel saggio di Colombo, sia in quello di Flores Reggiani, è
relativo all’accettazione di figli illegittimi e legittimi e all’attività di baliatico. Punti di notevole
interesse nella storia dell’assistenza all’infanzia, in quanto i brefotrofi e le ruote sorsero
per i figli della vergogna e non già per i figli legittimi. Le famiglie popolari, tuttavia,
ricorrevano, per problemi economici, all’affidamento dei propri bambini ai brefotrofi e
durante il XIX secolo, per l’espansione del lavoro femminile e le mutate condizioni socioeconomiche
dei ceti popolari cittadini, le esposizioni degli infanti raggiunsero numeri
notevolissimi, facendo emergere il problema del finanziamento degli esposti nella storia
economica delle opere pie. La società borghese cittadina, quindi, concorse a studiare e a
finanziare attività relative al fenomeno dell’esposizione, elaborando dapprima forme di
aiuto attraverso gli assegni di baliatico alle puerpere, e in seguito ideando strutture che,
rivolte alle madri lavoratrici, potessero limitare il fenomeno dell’esposizione.
Dorena Caroli si è occupata di rintracciare il modello del primo ricovero per bambini
lattanti a Milano, ossia la créche francese di Firmian Marbeau che doveva svolgere
un’attività di assistenza, sanitaria e moralizzatrice delle classi popolari. Le madri avrebbero
avuto libertà di lavoro nelle ore diurne, portando i figli lattanti ai nuovi Istituti, ma non
avrebbero dovuto separarsene, essendo obbligate a ritirarli alla sera al ritorno dal lavoro.
Il volume rappresenta un punto importante sulla storia di questi enti di assistenza a
Milano, chiarendo le interconnessioni e le differenze tra le strutture dedicate ai minori,
dai brefotrofi agli orfanotrofi, dagli asili aportiani ai primi asili nido, con le differenti
necessità cui gli stessi intesero rispondere.

Cristina Cenedella