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Uno sport per tutti. Storia sociale della pallavolo italiana (1918-1990)

Daniele Serapiglia
Bologna, Clueb, 200 pp., € 19,00

Anno di pubblicazione: 2018

Nella Prefazione al volume J.A.S. Sanjurjo sottolinea come l’a. si colleghi idealmente
ai lavori che hanno fatto da apripista per la storia dello sport. Il percorso del volley, quindi,
non è visto come un almanacco delle imprese sportive legate a questa disciplina, ma
un caleidoscopio, tramite cui contribuire all’analisi sociale della storia d’Italia nel corso
del ’900.
Il volume si basa su fonti e interviste, ancorate alla principale letteratura in merito
esistente. La struttura del libro è diacronica, ripercorrendo il divenire del percorso intrapreso
dal volley in Italia dalla Grande guerra fino alla fine del nuovo millennio, in chiave
comparata con altre realtà straniere e con altre discipline sportive. Tuttavia, vi si può
trovare una seconda divisione di carattere geografico-territoriale e tematica per argomenti.
Il volume si divide in tre capitoli. Nel primo, in chiave diacronica, l’a. ripercorre la
fase dagli albori pionieristici del volley arrivato in Italia con la prima guerra mondiale,
portato dalle truppe americane fino al suo consolidamento durante il ventennio fascista.
Il regime di Mussolini vi intravide uno dei punti tramite cui contribuire alla formazione
dell’uomo nuovo fascista. Tuttavia, finì per preferirgli altre discipline considerate più virili
come la boxe, gli sport motoristici, il calcio o il basket, oltre che più spendibili sul piano
internazionale a fini propagandistici. Fu proprio durante il ventennio che il volley acquisì
una vocazione femminile oltre che maschile. Non ebbe, tuttavia, altrettanta fortuna nel
diffondersi territorialmente in tutta la nazione, rimanendo più ancorato al Centro-nord,
sia in ambito maschile che femminile.
Nel secondo capitolo, invece, l’a. si sofferma sul governo del volley con le vicende
che portarono alla nascita della relativa Federazione. In tal senso si evidenziò un duplice
canale, sopravvissuto al regime fascista, in cui da un lato si ebbe l’avvio di un protoprofessionismo
legato all’agonismo, dall’altro l’ascesa di una connotazione amatoriale,
da sport per tutti, ripresa dalla Uisp come dalle parrocchie. La barriera geografica rimase,
comunque, piuttosto sensibile anche nel secondo dopoguerra. Al pari di altri sport, secondo
l’a., il volley accompagnò e contribuì a connotare l’Italia in divenire del miracolo
economico in ambito sociale.
Infine nel terzo capitolo il volume si sofferma sulla trasformazione e l’accelerazione
avuta dalla pallavolo in Italia a partire dal mondiale del 1978, arrivando ad essere una
macchina di campioni e campionesse, avviando il superamento della divisione geografica
tra Nord e Sud del paese.
Il volume, pertanto, risulta utile e originale per contribuire alla comprensione dei
cambiamenti che hanno accompagnato l’Italia nel corso del ’900. Un libro sulla storia
d’Italia e non un semplice libro di storia dello sport.

Saverio Battente