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Vittorio Scotti Douglas (a cura di) – Gli Italiani in Spagna nella guerra napoleonica (1807- 1813). I fatti, i testimoni, l’eredità – 2006

Vittorio Scotti Douglas (a cura di)
Alessandria, Edizioni dell’Orso, 520 pp., euro 40,00

Anno di pubblicazione: 2006

Il volume raccoglie gli atti del IV convegno di «Spagna Contemporanea» tenutosi a Novi Ligure dal 22 al 24 ottobre 2004. Giornate di studio che hanno unito studiosi di diverse generazioni, di diversi paesi e diversa formazione: difficile dar conto quindi di tutti gli interventi (17). Si possono comunque indicare alcuni elementi di riflessione. Le ricerche presentate, anche se non tutte completamente originali (l’intervento di Carlo Ghisalberti riprende temi già svolti in altre occasioni sui costituzionalismi dell’epoca, il primo di Ilari ? Gli italiani in Spagna ? è presente anche in un’altra pubblicazione), danno un primo quadro organico della presenza italiana in Spagna nell’epoca della Guerra de la Indipendencia, fornendo così la base per nuovi studi su quel periodo non solo per la storia spagnola, ma anche per il nostro Risorgimento, perché torna in più d’una l’ipotesi che già allora «stava lievitando e preparandosi ai futuri cimenti lo spirito nazionale» (Scotti Douglas, p. 447). Si comprende così la presenza di più piani di studio: quello descrittivo e analitico, dell’interpretazione, della rappresentazione e memoria. Interessante è anche la presenza di punti di vista diversi: accanto alle fonti italiane (i «diari divisionali», le ricostruzioni storiografiche e la pubblicistica, trattati da Arisi Rota, Micone, Aglietti), sono presenti anche lavori che ricostruiscono la presenza italiana dal punto di vista locale (l’interessante intervento di Antonio Moliner e quello di Arcón Domínguez) e di quello dei francesi (Jean-René Aymes). Dicevamo dell’ipotesi storiografica della prima apparizione di un sentimento nazionale veicolato dall’appartenenza all’esercito napoleonico e «affascinato» dal binomio spagnolo guerra-costituzione: la tesi non è nuova ma qui, attraverso lavori su specifici personaggi, anche se diversi tra loro, sono presenti argomentazioni che possono puntellarne lo svolgimento per anni e luoghi differenti. Vanno segnalati in questo contesto il saggio di Renata De Lorenzo sulla costruzione di un sistema patriottico che a Napoli, almeno nel 1820 e nel 1848, declina linguaggio e valori dell’esperienza spagnola; l’intervento di Scotti Douglas su Gabriele Pepe, «nemico del fanatismo e dell’ignoranza, napoletano per nascita e bandiera ma italiano per sentimento e ideali» (p. 301); quello di Paola Bianchi su Cesare Balbo, che ricostruisce con accuratezza i motivi di fondo del pensiero liberale nella Restaurazione. A fare quasi da specchio gli interventi di Magrini su Vittorio Amedeo di Sambuy, di Crociani sugli italiani nelle truppe spagnole e di Del Corno sul pensiero reazionario italiano. In apertura, il saggio di Emilio de Diego García sull’impatto europeo della vicenda, in chiusura lavori su come cinema e televisione hanno descritto il tema (Maroto de las Heras) e sul reportage che De Amicis fece sessant’anni dopo gli avvenimenti. Presentazione di Alberto Gil Novales, interventi del curatore per completare i riferimenti bibliografici. In appendice Le truppe italiane in Spagna, di Virgilio Ilari con il quadro descrittivo e statistico della composizione delle formazioni militari italiane.

Agostino Bistarelli